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CAPITOLO X SINTESI ED EVOLUZIONE STORICA DELLA SPIRITUALITA' SACERDOTALE Sommario: 1. Presentazione.- 2. Spiritualità sacerdotale nell'epoca patristica.- 3. Vita sacerdotale nel medioevo.- 4. Riforma sacerdotale nell'epoca moderna.- 5. Figure e dottrina sacerdotale prima del Vaticano II.- 6. Concilio Vaticano II e postconcilio.- 7. Guida pastorale.- 8. Orientamento bibliografico. 1. PRESENTAZIONE La spiritualità sacerdotale, come spiritualità cristiana, per il fatto di essere in sintonia con gli atteggiamenti del Buon Pastore, è anche aperta a un dinamismo che corrisponde all'azione dello Spirito Santo nella storia della Chiesa. La storia della spiritualità sacerdotale analizza le figure di santi sacerdoti, i documenti sul sacerdozio, le riflessioni teologiche che sono state elaborate attraverso i secoli nelle rispettive circostanze di spazio e tempo. Essa tuttavia servendosi di questi dati cerca soprattutto di penetrare sempre di più nel contenuto inesauribile della parola rivelata, predicata dalla Chiesa la quale ci presenta Cristo Sacerdote e descrive i lineamenti dello stile della vita apostolica che corrisponde a ogni epoca. È molto importante constatare per ogni momento storico, quali sono le linee di forza o la dinamica di questa azione dello Spirito, che conduce i servitori del popolo di Dio ad approfondire e a vivere il loro stile o spiritualità sacerdotale. Si tratta sempre di una spiritualità aperta al futuro, come una preparazione a nuovi passi e nuove tappe, che avvicinano di più all'evento salvifico di Cristo Sacerdote e alla sua chiamata a una sequela apostolica. Questa realtà e questa chiamata già si trovano nei testi biblici da venti secoli; la predicazione e l'esperienza vitale della Chiesa, sotto l'azione dello Spirito Santo, le va rendendo sempre più

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CAPITOLO X

SINTESI ED EVOLUZIONE STORICADELLA SPIRITUALITA' SACERDOTALE

Sommario: 1. Presentazione.- 2. Spiritualità sacerdotale nell'epoca patristica.- 3. Vita sacerdotale nel medioevo.- 4. Riforma sacerdotale nell'epoca moderna.- 5. Figure e dottrina sacerdotale prima del Vaticano II.- 6. Concilio Vaticano II e postconcilio.- 7. Guida pastorale.- 8. Orientamento bibliografico.

1. PRESENTAZIONE

La spiritualità sacerdotale, come spiritualità cristiana, per il fatto di essere in sintonia con gli atteggiamenti del Buon Pastore, è anche aperta a un dinamismo che corrisponde all'azione dello Spirito Santo nella storia della Chiesa.

La storia della spiritualità sacerdotale analizza le figure di santi sacerdoti, i documenti sul sacerdozio, le riflessioni teologiche che sono state elaborate attraverso i secoli nelle rispettive circostanze di spazio e tempo. Essa tuttavia servendosi di questi dati cerca soprattutto di penetrare sempre di più nel contenuto inesauribile della parola rivelata, predicata dalla Chiesa la quale ci presenta Cristo Sacerdote e descrive i lineamenti dello stile della vita apostolica che corrisponde a ogni epoca.

È molto importante constatare per ogni momento storico, quali sono le linee di forza o la dinamica di questa azione dello Spirito, che conduce i servitori del popolo di Dio ad approfondire e a vivere il loro stile o spiritualità sacerdotale. Si tratta sempre di una spiritualità aperta al futuro, come una preparazione a nuovi passi e nuove tappe, che avvicinano di più all'evento salvifico di Cristo Sacerdote e alla sua chiamata a una sequela apostolica. Questa realtà e questa chiamata già si trovano nei testi biblici da venti secoli; la predicazione e l'esperienza vitale della Chiesa, sotto l'azione dello Spirito Santo, le va rendendo sempre più esplicite.

Ogni momento storico del cammino ecclesiale sottolinea qualche aspetto della figura di Cristo Sacerdote e Buon Pastore, che si è reso presente attraverso i segni della Chiesa. È una presenza attiva di Cristo che continua a mandare il suo Spirito con nuove grazie per affrontare nuove situazioni. Le figure sacerdotali, i documenti sul sacerdozio,

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le riflessioni del magistero e delle istituzioni apostoliche sono, pur con le limitazioni umane, dei segni portatori di una grazia sacerdotale valida in ogni momento del cammino ecclesiale.

Si può dire che ogni epoca ha avuto grazie e carismi speciali, come in una Pentecoste permanente. Lo studio della storia alla luce della fede, senza perdere di vista i condizionamenti sociologici e culturali, può essere uno strumento privilegiato di grazia, che rende attuali i carismi in situazioni storiche inedite. Ogni epoca riesce a tracciare una figura sacerdotale che raggiunge un certo valore permanente per affrontare nuovi problemi ecclesiali e rispondere a nuove grazie sacerdotali. Lo studio della storia ci aiuta a inculturarci in un presente che è frutto di un passato e che prepara un futuro sempre migliore.

La storia della spiritualità sacerdotale, della quale qui ci limitiamo a delineare alcuni tratti, presenta un elemento che è comune a tutta la storia della Chiesa: porta frutto solamente ciò che è veramente una continuazione dello stile sacerdotale di Cristo Buon Pastore.

Studiare la storia non significa imprigionarsi nel passato, ma prepararsi per un nuovo cammino, affrontando nuove situazioni di grazia e di evangelizzazione. La storia della spiritualità sacerdotale non è mai conclusa perfettamente per-ché si sta ancora costruendo nella realtà.

L'evoluzione storica della spiritualità, della vita e del ministero sacerdotale, trova la sua autenticità in una linea di sequela generosa di Cristo, che si concreta in una disponibilità alla comunione fraterna, specialmente nello stesso Presbiterio della Chiesa locale, e si proietta sugli orizzonti della Chiesa universale, in un servizio missionario senza limiti né frontiere.1

2. SPIRITUALITA' SACERDOTALE NELL'EPOCA PATRISTICA

La dottrina patristica sulla spiritualità sacerdotale è

1    ? Abbiamo riassunto la dottrina sacerdotale biblica nei capitoli II e III. Cfr. in quei capitoli gli studi biblici (bibliografia). I principali testi neotestamentari a i quali si è ispirata tutta la storia sulla spiritualità sacerdotale sono quelli che fanno riferimento alla scelta o vocazione, alla sequela di Cristo, alla carità del Buon Pastore, alla missione, all'eucaristia, alla preghiera sacerdotale, ecc., in rapporto al Presbiterio e al servizio della Chiesa. Pietro e Paolo sono i modelli di questa spiritualità evangelica e apostolica.

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un'eco dei testi neotestamentari sul Buon Pastore. Riflette, infatti, la vita apostolica, cioè, la vita pastorale che insegnarono e vissero gli Apostoli. Non troviamo nei Padri una dottrina sistematica e ordinata sul sacerdozio, ma piuttosto un invito a vivere le esigenze proprie della vita pastorale.

I loro scritti si riferiscono a Cristo Sacerdote, mediatore e Buon Pastore, e al mistero della Chiesa, a cui servono i sacerdoti come costruttori di un tempio vivo nella comunione («koinonia»). Il tema mariano (Maria, modello della Chiesa) è riferito al mistero di Cristo e della Chiesa.

Il ministero apostolico dei sacerdoti si presenta come servizio o diaconia, che è partecipazione all'umiliazione («kenosi») di Cristo Sacerdote. La dignità sacerdotale consiste in questo servizio (servo dei servi). Il Presbiterio, nel quale vive il sacerdote, è comunque sacerdotale e principio di comunione ecclesiale.

La santità del sacerdote consiste nell'avere un cuore puro grazie alla fedeltà dello Spirito Santo ricevuto nell'ordinazione. Il dono dello Spirito Santo penetra la vita del sacerdote. Il riferimento a Cristo, unto sacerdote e che dà la vita come Buon Pastore, è il punto d'equilibrio tra la consacrazione e la missione sacerdotale. È una santità che punta all'esercizio del ministero pastorale, specialmente nel servizio della parola, nella celebrazione dei misteri e nella direzione della comunità. L'appartenenza permanente al ministero pastorale costituisce l'eredità del sacerdote; egli è eletto e ha il Signore come eredità.

La diversità di aspetti di spiritualità, così com'è presentata dai Padri, cambia secondo le epoche, i paesi e le scuole. I Padri d'oriente sottolineano la consacrazione a Cristo; quelli d'occidente si riferiscono alla consacrazione ricevuta nel sacramento dell'ordine, come partecipazione all'unzione e alla missione di Cristo; talvolta si sottolinea la distinzione tra l'umano e il divino (scuola antiochena) e, di conseguenza, si dà maggiore spazio all'azione strumentale propria del sacerdote ministro. Altre volte si sottolinea l'unità di Cristo (scuola alessandrina) e, quindi, si affermerà che il ministro è mosso dall'azione divina. In occidente si tende a una santità concreta attraverso le norme liturgiche, disciplinari e morali. In oriente si presenta la dignità del sacerdote inserita nell'essere mediatore dell'azione divina. Per tutti sono assai importanti i testi liturgici dell'ordinazione e le norme indicate dai concili sulla vita apostolica nei Presbitéri.2

2    ? Alcuni studi d'insieme sulla dottrina sacerdotale nei santi padri: AA VV, Il ministero sacerdotale nella Bibbia e

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Alcuni santi Padri sono stati un punto permanente di riferimento durante tutta la storia, quando si è trattato di formazione e di rinnovamento sacerdotale: Sant'Ignazio d'Antiochia (lettere sulla vita sacerdotale nel Presbiterio), San Giovanni Crisostomo (sei libri sul sacerdozio), San Ambrogio (sul ministero liturgico), San Agostino (sulla vita di fraternità), San Gregorio Magno (la regola pastorale).

Le lettere di Sant'Ignazio d'Antiochia, dell'anno 150 circa, presentano la santità dei ministri, vescovi, sacerdoti, diaconi, a partire dal fatto di essere immagine o trasparenza del Signore nella comunità ecclesiale. Il vescovo è l'espressione o tipo e immagine del Padre, o anche manifestazione di Cristo come questi lo è del Padre. Perciò nel Presbiterio, in quanto senato di Dio (lettera alla Chiesa di Tralli, 3,1), il vescovo occupa il posto di Cristo; i presbìteri occupano il posto degli Apostoli attorno a Cristo.

Tutti i ministri, vescovi, sacerdoti e diaconi sono costruttori dell'unità del Presbiterio e, quindi, dell'unità ecclesiale. Senza unità del Presbiterio non ci sarà unità della Chiesa. In tal modo, da ogni Chiesa locale, si innalza al Padre il canto di unità, come espressione della voce dello stesso Cristo.

«Conviene procedere d'accordo con il sentire del vostro vescovo, come già fate. Infatti il vostro collegio dei presbiteri, degno del nome che porta, degno anche di Dio, è così armoniosamente unito con il proprio vescovo, come le corde

nella Tradizione, in: Il prete per gli uomini d 'oggi, AVE, Roma 1975, sezione prima; AA.VV., Teología del sacerdocio en los primeros siglos, in: «Teología del Sacerdocio» 4 (1972); AA.VV, La Tradition Sacerdotale, X. Mappus, Paris 1959; G. BARDY, Le sacerdoce chrétien du I au V siècle, Paris 1954; L. BOUYER, La spiritualité du Nouveau testament et des Pères, Aubier, Paris 1960; J. COLSON, Ministre de Jésus Christ ou le sacerdoce de l'évangile, étude sur la condition sacerdotale des ministres chrétiens dans l'église primitive, Beauchesne, Paris 1966; J. DANIÉLOU, Le ministère sacerdotal chez les Pères grecs, in: Études sur le sacrement de l'Ordre, Paris 1957; J. ESQUERDA BIFET, Historia de la espiritualidad sacerdotal, in: «Teología del Sacerdocio» 19 (1985) cap. III; J. LÉCUYER, Il sacerdozio di Cristo e della Chiesa, Dehoniane, Bologna 1965; I. OÑATIBIA, Introducción a la doctina de los santos padres sobre el ministerio sagrado, in: «Teologia del sacerdocio» 1 (1969) 93-122; M. RUIZ JURADO, La espiritualidad sacerdotal en los pnmeros siglos cristianos, in: «Teología del Sacerdocio» 9 (1977) 277-305; A. VILELA, La condition collégiale des prêtres au III siècle, Beauchesne, Paris 1971.

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alla cetra».3

I sei libri di San Giovanni Crisostomo (344-407) sul sacerdozio rappresentano il primo trattato ampio sul tema sacerdotale, scritto verso il 386. A quest'opera si sono ispirati tutti i trattati successivi, così come molti decreti ecclesiali, regole di formazione sacerdotale, ecc.

La santità sacerdotale è conseguenza o esigenza di una realtà o funzione ministeriale che coinvolge tutta la vita del sacerdote. Viene descritta sempre in rapporto al ministero della parola, dell'eucaristia e degli altri sacramenti e del pascere in genere. La presidenza del sacerdote è in nome di Cristo per servire come mediazione o riconciliazione. La grazia ricevuta lo impegna in modo permanente al servizio della comunità. Il titolo di sacerdote significa sacrificatore e, al tempo stesso, santificato o consacrato per il servizio cultuale e pastorale. È necessario mantenere sempre l'unità nel collegio dei presbiteri (cfr. Lib. 4, 15). L'azione del sacerdote è di paternità, per far nascere nuovi membri del corpo di Cristo e per edificare la Chiesa. Le virtù sacerdotali si riassumono nella carità, come quella del Buon Pastore, espressa in povertà, castità, zelo, prudenza, mansuetudine, spirito di preghiera...

3    ? Lettera alla Chiesa di Efeso, 4,1-2. Per Sant' Ignazio d'Antiochia e altri Padri Apostolici, oltre agli studi citati nella nota precedente: G. BARDY, Le sacerdoce chrétien d'après les Pères Apostoliques, «La Vie Spirituelle», Suppl. 53 (1937) 1-28; J. COLSON, Ministre de Jésus-Christ ou le sacerdoce de l'évangile. Étude sur la condition sacerdotale des ministres chrétiens dans l'Église primitive, Beauchesne, Paris 1966; A. QUACQUARELLI (a cura di), I Padri Apostolici, Città Nuova, Roma 1978; L.I. SCIPIONI, Vescovo e popolo, l'esercizio dlel'autorità nella Chiesa primitva, Vita e Pensiero, Milano 1977. Più concretamente su S . Ignazio (oltre gli studi sui Padri Apostolici): J.C . FENTON, Concepto de sacerdocio diocesano, Herder, Barcelona 1956; M. MEES. Ignatius von Antiochien über das Priestertum, «Lateranum» 57 (1981). Cfr. anche altri Padri e documenti: Didaché (anni 90-100), lettere di San Clemente di Roma (anni 96-98), San Policarpo di Smirne (verso il 155), il «Pastore» di Erma (verso il 140-155), sant'Ireneo (morto verso il 202), la «Traditio Apostolica» (con i riti dell'ordinazione) di Ippolito di Roma (morto il 235 circa), ecc. Nella consacrazione del vescovo, il testo della «Traditio Apostolica" parla di "sacerdozio senza macchia". La terminologia "sacerdotale", applicata ai vescovi e ai prebiteri, è adoperata costantemente dalla Chiesa sin dal secolo III (San Ippolito, San Cipriano). Vedere più bibliografia in: J. ESQUERDA BIFET, Teología de la espiritualidad sacerdotal, BAC, Madrid 1991, 348-350.

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«Il sacerdote si avvicina a Dio come se tutto il mondo gli fosse affidato e fosse il padre di tutti» (Lib. 6, 4).

«Il sacerdote deve possedere un'anima più pura che i raggi del sole... una purezza assai maggiore si esige dal sacerdote che non dal monaco» (Lib. 6, 2).

«Colui che deve ricevere la cura delle anime ha bisogno di una squisita prudenza, grande ricchezza di grazia di Dio, rettitudine di costumi, purezza di vita e una virtù più che umana» (Lib. 3, 7). «Deve essere, al tempo stesso, grave e semplice, rispettabile e benevolo, adatto per comandare e aperto alla comunicazione, incorruttibile, umile, indomabile, audace e mansueto, per potere così far fronte ad ogni situazione» (Lib. 3, 16).4

Sant'Ambrogio (333-397) descrive la vita e il ministero dei chierici nel suo libro De officiis ministrorum, offrendo norme concrete sull'azione pastorale, specialmente liturgica e di orientamento morale. Il chierico ha come eredità il Signore e non deve lasciarsi distrarre da desideri terreni, il suo miglior pregio è la castità. La carità sarà resa visibile nella speciale attenzione ai poveri, nei quali si cela Cristo. Per poter essere un buon consigliere, il sacerdote deve dimostrare una vita onesta e un atteggiamento di benevolenza, oltre ad

4    ? Cfr. l'opera di San Giovanni Crisosostomo: PG 47, 623-692. Cfr. G. ALVES DE SOUSA, El sacerdozio permanente en los libros «De Sacerdotio» de San Juan Crisóstomo, «Teología del Sacerdocio» 5 (1973) 1-19; E. BOULARAND, Le sacerdoce, mysstère de crainte et d'amour chez Saint Jean Chrysostome, «Bull. Litt. Ecclésiastique» 72 (1971) 3-36; M. LOCHBRUNNER, Über das Priestertum. Historische und systematische Untersuchung zum Priesterbild des Johannes Chrysostomus, Bonn 1993; F. MARINELLI, La carta del prete. Guida alla lettura del «Dialogo sul sacerdozio» di San Giovanni Crisostomo, Rogate, Roma 1986. Tra i padri orientali, dopo i padri apostolici, bisogna tener conto della dottrina sacerdotale di Clemente d'Alessandria (150-215), Origene (185-253) Sant'Efrem diacono (306-373), San Gregorio Nazianzeno (329-390), San Gregorio Nisseno (335-396), San Cirillo di Gerusalemme (313-386), le Costituzioni Apostoliche e Didascalia Apostolorum (secolo III-IV), Teodoro di Mopsuestia (morto verso il 428), San Massimo confessore (morto nel 662), ecc. Cfr. E. BELLINI, La figura del pastore d'anime in Gregorio Nazianzeno, «La Scuola Cattolica» n.4 (1971) 269-296; M. SERRA, La carità pastorale in San Gregorio Nazianzeno, «Orientalia Christiana Periodica» 21 (1955) 337-374. Vedere più bibliografia in: Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c. nella nota 3, 351-355. Cfr. D. SPADA, La fede dei Padri, Pont. Univ. Urbaniana, Roma 1985.

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essere modello di virtù. Questa esigenza di vita santa, a esempio di Cristo, corrisponde al ministero sacerdotale compiuto nel predicare e nell'offrire il sacrificio eucaristico.

«Veramente è beato colui dalla cui casa nessun povero esce con le mani vuote, infatti nessuno è più fortunato di colui che si preoccupa del bisogno dei poveri, degli ammalati e dei bisognosi» (Lib. I, cap. 11).

«Seguiamo Cristo secondo le nostre possibilità... Anche se adesso non si vede Cristo che offre..., attraverso di noi si deve potere intravedere come offerente, Egli stesso, la cui parola santifica il sacrificio che viene offerto» (commento al salmo 38).5

La dottrina e la vita sacerdotale di Sant'Agostino (345-430), vescovo d'Ippona, ha il suo fondamento in Cristo sacerdote e mediatore, centro della storia, come si può vedere nell'opera La città di Dio e nelle Confessioni. La sua dottrina e il suo esempio di una vita apostolica e comunitaria dei chierici con il loro vescovo sarà un punto di continuo riferimento per le successive norme della Chiesa sulla vita sacerdotale.

La spiritualità sacerdotale, secondo San Agostino, ha le caratteristiche di un servizio ecclesiale che nasce dall'amore. È una presidenza che cerca, come il Buon Pastore, il bene degli altri. È un atteggiamento di servizio ministeriale della parola e dei sacramenti, come prolungamento del servizio di Cristo

5    ? Il libro di sant'Ambrogio: De Officiis ministrorum: PL 16, 25-194. Cfr. A. BARBIERI, La dottrina del sacerdozio in San Ambrogio, Muro Lucano 1949; A. BONTAO, L'idea del sacerdozio in San Ambrogio, «Agustinianum» 27 (1987) 423-464; F. DALBESSIO, Il sacerdote secondo San Ambriogio, Roma 1960; C. DOTTA, San Ambrogio e l'anniversario della consecrazione episcopale, «Ambrosius» 9 (1933) 210-212; R. GRYSON, Le prêtre selon Saint Ambroise, Imp. Orientale, Louvain 1968; J. HERNANDO, La ordenación y sus «munera» en San Ambrosio, «Teología del Sacerdocio» 9 (1977) 345-387; J. LÉCUYER, Le sacerdoce chrétien selon saint Ambroise, «Rev. Univ. Ottawa» 22 (1962) 104-126. Tra i padri d'occidente bisogna ricordare San Cipriano (morto nel 258) con le sue lettere sulla vita sacerdotale, San Gerolamo (342-420) con le sue lettere, San Leone Magno (400-461), San Gregorio Magno (540-604), che riassumiamo in seguito, ecc. Molto simile a sant'Ambrogio è sant'Isidoro di Siviglia (570-636) con il suo libro De ecclesiasticis officiis: PL 83,737ss. Sul sacerdozio nei Padri dell'occidente, vedere più bibliografia in: Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c. nella nota 3, 355-359.

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Sacerdote, mediatore e Buon Pastore.

«Tutti costoro, (Pietro, Paolo, Cipriano, vescovi martiri), furono buoni pastori, non solo perché hanno versato il loro sangue, ma per averlo versato in difesa delle pecore; non l'hanno versato per vanità, ma per carità... Colui che ama, l'hai costituito pastore... Pregate anche per le pecore smarrite, affinché anche loro vengano a noi e riconoscano e amino la verità, e vi sia un solo gregge e un solo pastore» (sermone 138) .

«Coloro che annunciano Dio perché lo amano, coloro che annunciano Dio per Dio e non per i loro interessi, questi pascolano le pecore e non sono mercenari» (sermone 137). «Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano» (sermone 340). «Trovo tutti i buoni pastori nell'unico pastore... Nello stesso Pietro è significata l'unità... tutti i buoni pastori si incontrano nell'unico pastore, sono uno. Essi pascono, ma è Cristo colui che pasce. Gli amici dello sposo non annunciano la loro parola, ma gioiscono per la parola dello sposo» (sermone 46).6

La Regola Pastorale del papa San Gregorio Magno (540-604) è stata, per secoli, insieme ai libri di San Giovanni Crisostomo, un codice di santità sacerdotale e un trattato o direttorio pratico di azione pastorale per vescovi e presbiteri. Tutte le virtù del sacerdote sono riferite ai ministeri esercitati nelIa comunità, soprattutto al ministero della parola, prima contemplata, e al ministero dell'eu-caristia. Da qui deriva la necessità della testimonianza di povertà sacerdotale per non accecare le pecore, così come della orazione d'intercessione e contemplativa, della carità e dello zelo apostolico.

6    ? Cfr. G. ARMAS, Algunas figuras del pastor le almas en los escritos de San Agustín, «Augustinus» 18 (1973) 157-164; G.C. CERIOTTI, Il sacerdozio in S Agostino, «Renovatio» 14 (1979) 205-22; 234-253; U. DOMÍNGUEZ DEL VAL, El sacerdote pastor según San Agustín, «Salamanticensis» 13 (1966), 401-410; J. HERNÁNDEZ, San Agustín y la espiritualidal sacerdotal, «Teología del Sacerdocio» 3 (1971) 7-44; G. MAIOLI, Sulla spiritualità sacerdotale ed episcopale in S. Agostino, «La Scuola Cattolica» 93 (1965) 211-222; D. MUCCI, Il sacerdozio di Cristo nella ecclesiologia della «Civitas Dei» di S. Agostino, «Rivista di Ascetica e Mistica» 53 (1984) 12-23; F. PELLEGRINO, Le prêtre serviteur selon Saint Augustin, Paris 1968; J. TURRADO, El carácter sacerdotal según San Agustín, in: El sacerdocio de Cristo, CSIC, Madrid 1969, 213-233; F. VAN DER MEER, San Agustin pastor de almas, Herder, Barcelona 1965. Vedere più bibliografia sul sacerdozio in Sant'Agostino, in: Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c. nella nota 3, 357-358.

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«Sia il pastore prossimo di ognuno con la compassione e sia il primo di tutti nella contemplazione... cosicché non si disinteressi delle debolezze del prossimo per aspirare alle cose celesti, né per interessarsi alle debolezze del prossimo tralasci di aspirare alle cose del cielo» (Regola Pastorale, cap. V).

«Quando il pastore si interessa alle cose terrene, la polvere che si alza a causa del vento della tentazione acceca gli occhi delle pecore» (idem, Cap. VI).7

3. VITA SACERDOTAlE NEL MEDIOEVO

Alla fine del primo millennio e agli inizi del secondo, il Presbiterio andò perdendo la sua unità e il suo spirito di vita apostolica o di imitazione della vita degli Apostoli. I canoni e le norme disciplinari dei Concili indicano delle direttive per la vita clericale nei suoi diversi gradi, lasciando intravedere abusi d'autorità e un processo crescente di decadenza e di secolarizzazione, che si cerca di frenare ad ogni costo. I chierici che volevano rispettare i canoni venivano chiamati canonici e vivevano in residenze canoniche (come i monaci vivevano nei monasteri); coloro che non volevano vivere secondo i canoni erano chiamati secolari. La terminologia posteriore non corrisponde, quindi, al significato originario.

La corrente sacerdotale che ha voluto continuare a mettere in pratica la vita apostolica si è orientata nelle linee tracciate da Sant'Agostino. Molti Presbitéri, così come i nuovi ordini religiosi, si ispirarono alla regola agostiniana: Canonici «regolari» (si noti la ridondanza), Domenicani (frati

7    ? Cfr. J. HERNANDO, El arte de «gobernar las almas» según San Gregorio Magno, «Teología del Sacerdocio» 3 (1971); Idem, altri studi in «Teología del Sacerdocio» vol. 3.4, 8, 17; L. SERENTÀ, La dottrina di San Gregorio Magno sull'episcopato, Marietti, Torino 1980; J. ZABALETA, El ministerio y la vida sacerdotal de San Gregorio Magno, «Claretianum» 13 (1973), 81-186. Sulla "vita apostolica" nel Presbiterio, specialmente nei secoli IV-VI, si dovrebbe approfondire la figura di alcuni vescovi: S. Eusebio di Vercelli, S. Paolino di Nola, ecc. Vedere: Eusebii Vercellensis episcopi quae supersunt: CC, IX, 1975, 103-110; L. DATTRINO, La lettera di Eusebio al clero ed al popolo della diocesi, «Lateranum» 45 (1979) 60-82. Sul sacerdozio nei Padri dell'occidente, vedere più bibliografia in: Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c. nella nota 3, 355-359. Bibliografia sui Concili visigoti dei secoli IV-VII: ibidem, 359, nota 36.

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predicatori), Agostiniani, Trinitari, Francescani (frati minori), Mercedari, Premostratensi... È difficile distinguere il campo della vita monastica dalla vita del Presbiterio (ordo monasticus, ordo canonicus). Quasi sempre c'era uno scambio e anche una convivenza tra canonici e monaci. Le esigenze evangeliche erano le stesse; cambiava solo il modo di metterle in pratica. Poco a poco i presbiteri e le nuove forme di vita apostolica si resero indipendenti e si separarono tra di loro, in gran parte a motivo dell'esenzione dei «religiosi».

Vescovi, Concili e santi sacerdoti stimolarono a praticare di nuovo la vita apostolica o canonica (= secondo i canoni) nel Presbiterio. Il Concilio Romano del 1059 al quale dette validità Alessandro II, nel 1063, prescriveva ancora la vita in comune e la povertà per i chierici, soprattutto presbiteri.

San Norberto, verso il 1124, e San Pier Damiani, morto nel 1072, sono rappresentanti di una reazione positiva per salvare la vita apostolica nei Presbitéri delle Chiese locali. Tuttavia la scissione e la dispersione della vita ecclesiale diventerà presto un fatto irreversibile che avrà conseguenze molto negative nei secoli successivi.

Il periodo storico del cosiddetto Medioevo, nonostante i suoi limiti, offre un ricco patrimonio di dati interessanti per la costruzione della spiritualità sacerdotale del Presbiterio di tutte le epoche. L'eredità dei Padri nella vita sacerdotale continuava in molte chiese locali, anche se con aggiunte discutibili e certamente in forme assai diverse.

Non si può contrapporre l'elemento monastico a quello pastorale, né il religioso al diocesano. Il sacerdozio ministeriale, in ogni Chiesa particolare, costituisce un'unità fondamentale, che si fonda proprio sulla varietà di carismi e che trova, o che dovrebbe trovare sempre nel proprio vescovo il principio di unità; ciò avveniva in molte chiese particolari nel Medioevo, come frutto dell'eredità ricevuta fin dai tempi apostolici e patristici.

Una delle migliori eredità del Medioevo è quella di aver mosso i primi passi verso una formazione sacerdotale organizzata. I chierici venivano formati nei presbiteri, insieme al proprio vescovo e nella comunità di presbiteri e diaconi.

Li si preparavano praticamente, collaborando alla vita pastorale. La dottrina dei Padri serviva da orientamento spirituale, pastorale e teologico. Di questo si erano già occupati i Concili visigoti dei secoli IV-VII.

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Il decreto di Graziano (1140) è un insieme di dati sulla vita e la formazione dei chierici. Si dà molta importanza alla vita o regola apostolica (Dist. 25-50), accentuando le virtù che hanno un rapporto con l'azione pastorale e la celebrazione liturgica. Nei Concili Lateranense III e IV (1179 e 1215) si invita a mettere in pratica le norme della Chiesa sulla formazione dei futuri sacerdoti. Alcune affermazioni entreranno nel tesoro della dottrina permanente sulle vocazioni sa-cerdotali: «Soprattutto trattandosi di sacerdoti, è meglio che siano pochi e buoni, più che molti e cattivi, perché se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadono nel fosso» (Ench. Cleric. 87).

San Tommaso raccoglierà anche l'eredità dei questi Concili quando dirà: «Dio non permetterà che alla sua Chiesa manchino ministri idonei e sufficienti per le necessità del popolo cristiano, se si eleggono o si rifiutano gli indegni» (Suppl. q.36, a.4, ad 1).

Nonostante tutti questi sforzi e la creazione di università di grande livello teologico, la vita clericale mostrava la tendenza verso la secolarizzazione poiché i vantaggi di una formazione intellettuale servivano a favorire i propri interessi personali.

La decadenza della vita clericale, alla fine del Medioevo, non elimina però i suoi grandi valori e meriti, specialmente durante i suoi momenti forti di rinnovamento spirituale, che dettero inizio alle grandi scuole di spiritualità e di ap-profondimento teologico.8

La teologia di questa epoca («scolastica») venne elaborata in modo sistematico nelle scuole delle cattedrali e dei monasteri. Riguardo al tema sacerdotale approfondi sempre di più l'aspetto del sacramento dell'ordine e del carattere impressoÈ in modo permanente nell'ordinato. In tal modo si giunge alla presentazione del sacerdozio ministeriale in se stesso con le

8    ? Sulla situazione sacerdotale in quest'epoca: AA.VV., La vita comune del clero nei secoli XI e XII, Vita e Pensiero, Milano 1962; J. ESQUERDA BIFET, Historia de la espiritualidad sacerdotal, Fac. Teología, Burgos, 1985, cap. IV (La vida de los clérigos entre dos milenios); R. GREGORI, La vocazione sacerdotale. I canonici regolari nel Medioevo, Studium, Roma 1982; N. LÓPEZ MARTÍNEZ, Notas en tomo a la historia de hechos y doctrinas sobre el sacerdocio ministerial en la edad media, «Teología del Sacerdocio» 1 (1969), 123-153; I.E. LOZANO, De vita apostolica apud canonicos, «Comentarium pro Religiosis» 52 (1971) 193-210. Vedere altri studi su quest'epoca, in: Teología de la espiritualidad sacerdotal, o.c., 360-363.

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sue conseguenze spirituali e apostoliche. La spiritualità sacerdotale trova dunque nel Medioevo, l'inizio della sua fon-dazione teologica sistematica, soprattutto a partire dalla teologia del carattere sacramentale.

I principali dati patristici che si approfondiscono in quest'epoca hanno una sfumatura agostiniana più esistenziale. Tuttavia l'evoluzione teologica tende a sottolineare le categorie più ontologiche e aristoteliche, che culminano in San Tommaso: il carattere è come una potenza spirituale attiva che configura a Cristo (III, q.63), che è la sorgente di ogni sacerdozio (II, q.22, a,4).

Il sacerdote ministro è il prolungamento visibile di Cristo sacerdote poiché agisce in nome di Cristo (III, q.22, a.4) a servizio della Chiesa. Il sacerdote è dedito al ministero dell'eucaristia per costruire il corpo mistico diCristo che è la Chiesa.

La predicazione e i sacramenti conducono a questa realtà eucaristica ed ecclesiale. Cristo è causa esemplare ed efficiente dell'essere, dell'agire e della santità sacerdotale; il sacerdote ministro è suo strumento attivo (III, q.63, a.3), del cui potere partecipa nel servizio cultuale e pastorale.

La riflessione teologica fu sviluppata da numerosi santi e teologi i quali sottolinearono sempre l'azione sacerdotale come strumento di grazia e partecipazione nella mediazione di Cristo.

San Bonaventura sottolinea la somiglianza con Cristo servitore e benefattore (Sent. IV, d.24, a.34). Sant'Alberto Magno mette in risalto la trasformazione in Cristo, Figlio di Dio e redentore (Sent. IV, d.6c, a.3). San Tommaso, riassumendo tutti questi aspetti, sottolinea la partecipazione ontologica e attiva al sacerdozio di Cristo (III, q.27, a.5, ad 2; q.63, a.1-6). A causa di questa somiglianza, trasformazione e partecipazione, il sacerdote ministro può e deve orientare tutto il suo operato verso l'eucaristia e il corpo mistico di Cristo. «Il compito proprio del sacerdote è quello di mediatore» (III, q.22, a.1). La sua vita è in rapporto con l'umanità di Cristo, perciò deve essere deiforme («deiformissimus») attraverso la carità (Suppl. q.36, a.1). In funzione di ciò, oltre al carattere indelebile, il sacerdote riceve, nel sacramento dell'ordine, una grazia speciale, sacramentale, come forza speciale, che rende possibile la sua fedeltà alle esigenze del sacerdozio.

L'ordinazione sacerdotale richiede come premessa la santità, specialmente perché il sacerdote deve guidare altri

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nel cammino della perfezione. Dio non nega la grazia a coloro che elegge per questo servizio (III, q.27, a.4). La santificazione o unzione dello Spirito Santo, (linea dei Padri), trova nella teologia scolastica di quest'epoca una spiegazione circa la natura di questo dono e azione carismatica. L'esigenza di santità si presenta come un dovere e, al tempo stesso, come una possibilità alla portata dell'ordinato.9

Grazie alle nuove forme di vita sacerdotale, canonica e religiosa, e all'approfondimento della teologia del sacerdozio, incominciano nel Medioevo quelle che potremmo chiamare scuole o linee di spiritualità, che sottolineano qualche aspetto della vita spirituale e apostolica del sacerdote.

La scuola di San Vittore s'ispira nella teologia al sacramento dell'ordine. Ugo di San Vittore, morto nel 1140, fu l'ispiratore della teologia di Pietro Lombardo e di altri teologi successivi su questo tema. Nella dottrina di Ugo, il sacerdote è essenzialmente mediatore per il raggiungimento della riconciliazione e della concordia; è dedito come chierico al Signore, con il quale deve mantenere un rapporto intimo per poter dominare le proprie passioni e per non legarsi alle realtà terrene. I sacerdoti agiscono come collaboratori del vescovo al quale ubbidiscono e che rappresentano, al fine di realizzare una migliore cura pastorale. La santità è un'esigenza della celebrazione dei misteri del Signore.

La scuola benedettina e cistercense rappresenta il monachesimo occidentale e ha avuto una grande influenza sui

9    ? J. ESQUERDA BIFET, Síntesis histórica de la teología sobre el carácter, «Teología del Sacerdocio» 6 (1974) 21I-262; J. GALOT, La nature du caractère sacrementel, Étude théologique, Desclée, Bruges 1957; S.P. McHENRY, Three significant moments in the theological development of sacramental character of Orders: Its origin, standardization, and new direction in Augustine, Aquinas and Congar, Diss. Fordham University 1983; A. HUERGA, Evolución progresiva de la teología del carácter en los siglos XI-XII, «Teología del Sacerdocio» 5 (1973) 97-148; J. LÉCUYER, Le sacrement de l'ordination, recherche historique et théologique, Beauschesne, Parigi 1981; N. LÓPEZ MARTÍNEZ, Ordenación para el ministerio. Notas bibliográficas sobre la historia y la teología litúrgica del sacramento del Orden, «Salmanticensis» 39 (1992) 131-160; L. OTT, Le sacrement de l'ordre, Cerf, Parigi 1971.

Añadir:AA.VV., Saint Thomas d'Aquin et le sacerdoce: Revue Thomiste 99/1 (1999)

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Presbitéri, soprattutto per quanto riguarda la vita liturgica, il senso del lavoro, «ora et labora», la convivenza e l'ospitalità, lo studio e la meditazione della parola di Dio (lettura meditata), ecc. È necessario ricordare Sant'Anselmo e San Bernardo, che spiegano al chierico le virtù della carità, povertà, umiltà, castità e obbedienza, poiché deve tendere alla perfezione come ministro di Cristo e dispensatore dei misteri di Dio.

La scuola domenicana, con San Domenico come fondatore (1170-1221), rappresenta il legame tra la vita apostolica del Presbiterio e le prime esperienze di vita religiosa per il sacerdote. Il gruppo domenicano iniziale fu una comunità sacerdotale derivata dal Presbiterio, ma in speciali circostanze di apostolato e di spiritualità caratterizzati dalla predicazione in diverse Chiese locali o diocesi. La cosiddetta regola di sant'Agostino sulla vita apostolica, secondo la quale si viveva nel Presbiterio di origine (Burgo de Osma, Soria), venne adattata alla condizione di un gruppo sacerdotale disponibile per la predicazione missionaria sotto l'autorità dei diversi vescovi, al di fuori di una diocesi particolare e attraverso l'esemplarità di una forte vita evangelica, specialmente di povertà. La predicazione deve essere preceduta dalla contemplazione e accompagnata dalla testimonianza evangelica («contemplata aliis tradere»).

San Tommaso (1225-1274), il cui pensiero è stato riassunto in questo stesso paragrafo, è il teologo della scuola. La carità pastorale è la nota caratteristica dello stato di perfezione acquisita, com'è soprattutto nel caso del vescovo (II-II, q. 184). Perciò la sacra ordinazione presuppone la santità, poiché il peso degli ordini deve essere posto su pareti ben solide per santità (II-II, q. 189, a.1, ad 3). Santa Caterina da Siena (1347-1380), nel Dialogo, descrive il sacer-dote come ministro di Cristo e della Chiesa, colui che distribuisce il sangue del Signore, preoccupato per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

La scuola francescana sottolinea due aspetti del sacerdozio: l'imitazione o sequela radicale di Cristo come perfezione evangelica e la predicazione del vangelo ai poveri e ai non cristiani. San Francesco (1182-1226) si trasforma in strumento provvidenziale per far nascere il rispetto e l'amore ai sacerdoti, specialmente perché celebrano l'eucaristia.

L'originalità francescana, nel contesto del movimento pauperistico non sempre equilibrato dei secoli XII e XIII, consiste nella semplicità, gioia e spontaneità della povertà evangelica senza pretese di eroicità. Il rispetto di San Francesco per i sacerdoti è attestato nel suo testamento: «Il

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Signore mi ha dato e mi dà tanta fede nei sacerdoti... Perché non vedo nessuna cosa fisicamente in questo mondo di quell'altissimo Figlio di Dio, se non il suo santissimo corpo e sangue, che essi ricevono e solamente loro amministrano ad altri».

San Bonaventura (1218-1274) descrive la santità richiesta per celebrare l'eucaristia, in rapporto alla carità pastorale e in unione con l'umanità di Cristo. L'amore che il sacerdote deve avere per le anime è simile all'affetto del padre o della madre verso i loro figli; il suo ministero è analogo a quello di un architetto, agricoltore, pastore, fiduciario, medico, sentinella e capo.

Tutte queste note di rinnovamento sacerdotale francescano, e soprattutto il tono di povertà e di evangelizzazione universale, si trovano con toni originali nel beato Raimondo Lull (1235-1316). La sua vita di laico (nella scuola francescana) non gli impedì di darsi completamente alla riforma della Chiesa in vista di una rapida evangelizzazione di tutti i popoli. Egli propone la riforma della vita sacerdotale a partire dalle beatitudini, che devono trasformare tutta la vita della diocesi.

La scuola agostiniana che ha la sua origine nella dottrina e nella vita di sant'Agostino, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, anche in questo periodo attua la sua forma di vita «religiosa» non eremitica. Infatti la corrente agostiniana collaborò a mantenere nei Presbitéri il tono della vita comunitaria ed evangelica secondo i canoni de la Chiesa. Questa scuola avrà i suoi migliori esponenti nell'epoca tridentina.10

4. RIFORMA SACERDOTALE NELL'EPOCA MODERNA

Attorno al Concilio di Trento si rafforzò una corrente rinnovatrice, in parte come reazione a un processo di secolarizzazione e di decadenza e in parte come eredità della

10    ? Circa le scuole di spiritualità: AA.VV., Le grandi scuole della spiritualità cristiana, Teresianum, Roma 1984; F.M. ÁLVAREZ, Las grandes escuelas de espiritualidad en relación al sacerdocio, Herder, Barcelona 1963; M. AUGÉ, E. SASTRE, L. BORRIELLO, Storia della vita religiosa, Brescia, Queriniana 1988; A. ROYO, Los grandes maestros de la vida espiritual, Historia de la espiritualidad cristiana, BAC, Madrid 1973. Cfr. la vita e le opere di: San Benedetto, San Bernardo, San Anselmo, San Domenico, Santa Caterina, San Francesco, San Bonaventura, Bto. Raimondo Lull, ecc. Bibliografia su ogni scuola e autore: Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c., 365-369.

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teologia sacerdotale, dell'attività apostolica e della vita comunitaria ed evangelica realizzata nei secoli precedenti.

In tutto ciò esercitarono il loro influsso le scuole di spiritualità che abbiamo ricordato parlando del periodo medioevale.

Uno dei fatti più importanti fu la cosiddetta devozione moderna che ebbe il suo centro nei Paesi Bassi e che durò dal secolo XIV al secolo XVI inoltrato. Questo movimento spirituale fece nascere delle esperienze di vita comunitaria tra i pre-sbiteri e i laici. Servì pure da stimolo per il rinnovamento della predicazione. Alcune delle note caratteristiche di questo fenomeno spirituale che si riflette nel libro l'Imitazione di Cristo avranno un influsso decisivo per secoli nella vita del sacerdote: l'accento posto sull'imitazione delle virtù di Cristo, la meditazione sulla vita d'orazione, l'importanza della predicazione e della catechesi, la direzione spirituale per il progresso nella perfezione, la devozione e sintonia affettiva con ciò che si predica, l'allontanamento dal mondo... Non bisogna dimenticare che alcuni di questi aspetti costituiscono una reazione contro i mali dell'epoca e che, quindi, possono presentare alcuni limiti propri dello stesso movimento di riforma.

Il rinnovamento spirituale precedente Trento si andò estendendo non sempre nella linea della devozione moderna e prese la forma di gruppi, associazioni e movimenti sacerdotali che diffusero il loro ideale in scritti e attraverso iniziative di vita comunitaria. Alcune scuole di spiritualità cristiana e sacerdotale hanno la loro origine in questo periodo di Trento. I gruppi di chierici e laici si moltiplicano e si estendono, e si esprimono concretamente nell'aiuto fraterno per raggiungere la santità cristiana e sacerdotale, e per una maggior efficacia apostolica e di servizio ai bisognosi.

Molte di queste esperienze non assunsero strutture precise e, non avendo incidenza nel Presbiterio delle Chiese locali, scomparvero nei secoli successivi o seguirono un cammino più indipendente. Ciò nonostante i Presbitéri furono beneficiati da tutte queste correnti di rinnovamento che elevarono il livello spirituale del clero. L'epoca di Trento abbonda di libri e opuscoli sulla santità sacerdotale, così come di direttori di pastorale scritti da vescovi e santi sacerdoti. Molte volte, il Presbiterio in quanto tale fu restio a queste riforme spirituali e pastorali, soprattutto a causa di un rigido sistema di benefici, che costituì un freno anche all'applicazione delle direttive conciliari di Trento.11

11    ? Per quest'epoca vedere la storia della Chiesa. Per ciò che si riferisce al tema sacerdotale: Historia dela

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La riforma suscitata dal Concilio di Trento si è concretizzata in un rinnovamento pastorale e spirituale dei sacerdoti, e ha consentito così l'eliminazione di molti disordini tra il clero. La base di questa riforma sta nella presentazione della dottrina teologica sul sacerdote, assunta in gran parte da San Tommaso d'Aquino (sess. XXIII del Concilio).

Nella dottrina conciliare di Trento bisogna distinguere i testi dogmatici da quelli di riforma. I primi, oltre ad esporre la dottrina teologica sul sacerdozio, mettono l'accento sul ministero dell'eucaristia e della penitenza (sess. XXIII, cap. I-IV). I testi di riforma acccentuano la formazione (seminario), la cura pastorale, la predicazione e la catechesi (sess. XXIII, decreti di riforma). Il cosiddetto Catechismo Tridentino (pubblicato in seguito, nel 1566) raccoglie tutti questi aspetti.

L'aspetto pastorale della vita del sacerdote, descritto dal Concilio, è rilevante: egli deve conoscere la situazione dei fedeli, sacrificarsi per loro, dare testimonianza, esercitare il ministero della parola e dei sacramenti, prestare attenzione specialmente ai poveri e bisognosi... Tutto ciò richiedeva una riforma personale attraverso una profonda vita di preghiera, castità e povertà.

La formazione sacerdotale attraverso la creazione di seminari fu una delle grandi e importantissime decisioni di

espiritualidad sacerdotal, Burgos 1985, cap. V. Riguardo alla «devozione moderna»: R.G. VILLOSLADA, La Devotio moderna, «Manresa» 28 (1956), 315-350. Il sacerdozio secondo la dottrina di Trento: J.A. DE ALDAMA, El sacerdocio temporal en la sesión 23 del concilio de Trento, «Teología del Sacerdocio» 5 (1973) 149-165; H.E. BOULARAND, Le sacerdoce de la loi nouvelle d'après le Décret du Concile de Trent sur le saccrement de l'Ordre, «Bull. Litt. Ecclésiastique» 56 (1955) 193-228; S. DIANICH, La teologia del prebiteraro al concilio di Trento, «Scuola Cattolica» 5 (1971) 331-358; A. DUVAL, L'Ordre au concile de Trente, in: Études sur le sacrement de l'Ordre, Cerf, Paris 1975, 277-324; J. GALOT, Le caractère sacerdotal selon le concile de Trente, «Nouvelle Revue Théologique» 93 (1971) 223-246; J. MARTIN ABAD, Líneas de fuerza de la espiritualidad sacerdotal en la reforma conciliar del siglo XVI, «Teología Espiritual» 18 (1974) 299-338. Sulla figura ideale del pastore secondo gli scritti dell'epoca: BARTOLOMÉ CARRANZA, Speculum pastorum, Salamanca 1992 (nuova edizione); J.I. TELLECHEA, El obispo ideal en el siglo de la reforma, Istituto Español de estudios eclesiásticos, Roma 1963. Cfr. altri studi nella nota seguente.

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Trento (sess. XXIII, can. 18 di riforma). La formazione pastorale dei futuri sacerdoti doveva avvenire attraverso il servizio che i seminaristi avrebbero prestato nelle cattedrali adeguatamente riformate. «Il santo concilio stabilisce che tutte le cattedrali metropolitane e chiese maggiori abbiano l'obbligo di mantenere ed educare religiosamente e formare nella disciplina ecclesiastica, secondo le possibilità ed estensione delle diocesi, un certo numero di giovani della stessa città o diocesi o, se in essa non ve ne sono, della stessa provincia, in un collegio situato vicino alle stesse chiese, o in un luogo conveniente, a scelta del vescovo... Il concilio vuole pure che siano scelti, di preferenza, i figli dei poveri, anche se non esclude quelli dei ricchi, purché si mantengano a loro spese e dimostrino desiderio di servire Dio e la Chiesa...» (sess. XXIII, can.18 di riforma).

Non tutte le disposizioni di Trento furono messe in pratica, soprattutto per ciò che si riferiva alla formazione pastorale dei futuri sacerdoti. I decreti conciliari trovarono, in genere, una applicazione molto tardiva, in alcuni casi un secolo dopo. Il ministero sacerdotale smise di essere, poco a poco, la meta di aspirazioni a motivo dei vantaggi economici. Tuttavia il Concilio non riuscì a sfruttare tutti i fattori pratici di riforma e di rinnovamento che stavano nascendo nei Presbitéri, soprattutto per ciò che si riferisce alla vita comunitaria e alla perfezione evangelica dei sacerdoti. In questi aspetti così importanti, il merito principale spetta ai gruppi di chierici e di santi sacerdoti dell'epoca.

Non si deve confondere la dottrina sacerdotale di Trento con le polemiche teologiche sorte dopo il Concilio. L'attenzione si concentrò su queste discussioni postridentine, facendo dimenticare gli aspetti pastorali e l'equilibrio della visione del ministero che il Concilio aveva favorito.12

Le scuole di spiritualità, che già abbiamo incontrato nell'epoca precedente, ebbero in questo momento un peso importante per la dottrina e la vita sacerdotale. La scuola benedettina, domenicana, francescana e agostiniana, continuaro-no a contribuire a questo rinnovamento. È sufficiente ricordare l'Exercitatorio de la vida espiritual (Montserrat 1500) di García de Cisneros (1455-1510) (scuola benedettina), la riforma

12    ? Oltre agli studi della nota precedente, cfr.: F. DELGADO, El sacramento del orden en los teólogos de la escuela salmantina, «Teología del Sacerdocio» 6 (1974), 183-209; L. OTT, Le sacrement de l'ordre, o.c., cap. VII; L. SALLA BALUST, F. MARTÍN, La formación sacerdotal en la Iglesia, Flors, Barcelona 1966, cap. III-IV; J.I. TELLECHEA, La espiritualidad sacerdotal en la época moderna, in: La espiritualidad del presbiterio diocesano secular, EDICE, Madrid 1987, 409-425.

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del clero iniziata in Spagna prima di Trento dal cardinale francescano De Cisneros (1436-1517) (scuola francescana), la testimonianza e la dottrina di San Tommaso da Villanueva arcivescovo di Valencia (1488-1555), Alfonso de Orozco (1500-1591) e Luis de Leòn (morto nel 1591) (scuola agostiniana). Opere apostoliche e scritti di San Vincenzo Ferrer (1350-1419), frate Luis de Granada (1504-1588) e Bartolomeo de los Màrtires (1514-1590) (scuola domenicana), vita e scritti di San Michele de los Santos (1591-1625) (scuola trinitaria), ecc.

A questi scrittori e santi delle scuole antiche bisogna aggiungere quelli delle scuole che nascono o si rinnovano all'epoca di Trento: scuola carmelitana, scuola ignaziana o gesuitica.

Santa Teresa di Gesù (1515-1582) promosse l'orazione a favore della santità sacerdotale (Cammino, cap. 3) e, attraverso Anna di SanBartolomeo, ebbe un certo influsso nel rinnovamento spirituale e sacerdotale in Francia (sec. XVII). San Giovanni della Croce (1542-1591) lasciò una consistente impronta nell'aspetto contemplativo della spiritualità sacerdotale, ricordando l'esempio del Buon Pastore (Cantico, canc. 22) e sottolineando l'importanza evangelizzatrice della contemplazione (Cantico, canc. 29,2-3).

La scuola ignaziana, che inizia con Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556) ha trasmesso alla vita sacerdotale una serie di atteggiamenti spirituali: obbedienza alla volontà di Dio a imitazione di Cristo, metodologia nell'orazione, nella vita di chierici regolari, ecc. Sono linee rese più forti dall'esempio di santità e dalla dottrina di grandi scrittori: San Francesco Saverio (1606-1662), San Francesco Borgia (1510-1572), San Alfonso Rodriguez (1531-1617), Luigi de la Puente (1554-1624), ecc.13

San Giovanni d'Avila (1499-1569), patrono del clero secolare spagnolo (dal 1946), può essere considerato il santo del sacerdozio nel secolo XVI. Potrebbe essere la figura chiave della scuola sacerdotale spagnola. Ebbe un influsso su quasi tutti i santi sacerdoti della sua epoca. La sua opera pastorale costituì un modello seguito da molti vescovi e sacerdoti, discepoli e amici: predicazione, direzione spirituale, creazione d'istituzioni educative e caritative tra le quali spiccano nei primi seminari spagnoli prima di Trento. La sua dottrina sacerdotale si trova principalmente in queste opere:

13    ? Dati bibliografici su ogni autore e scuola secondo la dottrina sacerdotale: Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c., 372-385. Per ampliare questi dati rimandiamo alla nota 10 di questo capitolo.

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Trattato sul sacerdozio, Conversazioni con i sacerdoti, Memoriali al Concilio di Trento e al sinodo di Toledo, lettere, sermoni.

Le sue linee fondamentali sul sacerdozio sono le seguenti:

-- agire in nome di Cristo Sacerdote,

-- agire come mediatore in unione con Cristo,

-- predicatore della parola, ministro dell'eucaristia, servitore della carità nella comunità,

-- imitazione delle virtù del Buon Pastore: carità, povertà, obbedienza, castità,

-- vita nel Presbiterio e in unione con il proprio vescovo.

Secondo San Giovanni d'Avila, la formazione nei seminari doveva essere eminentemente pastorale e sulla base delle esigenze evangeliche, così come di specializzazione a seconda dei diversi settori pastorali. Le prospettive della sua spi-ritualità hanno il loro centro nell'eucaristia, nella fedeltà all'azione dello Spirito Santo, nella devozione mariana, nel servizio alla Chiesa a beneficio di tutti gli uomini. Cristo Sacerdote nella sua vita intima di rapporto con il Padre e di amore agli uomini è il punto di riferimento della santità del sacerdote.14

14    ? Sulla figura e la dottrina di San Giovanni d'Avila cfr. biografia, scritti e studi in: SAN JUAN DE AVILA, Obras completas, BAC, Madrid 1970-1971 (6 volumi, a cura di: L. Sala Balust e F. Martín Hernández). I suoi scritti sacerdotali (con introduzioni e note): J. ESQUERDA BIFET, Juan de Avila, Escritos sacerdotales, BAC, Madrid 1979. Dati biografici e dottrinali: B. JIMENEZ, El maestro Juan de Avila, BAC, Madrid 1988. Studio sulla scuola saeerdotale di Avila nel suo eontesto e influsso storico: J. ESQUERDA BIFET, Escuela sacerdotal española del siglo XVI: Juan de Avila, Inst. Español de Historia eelesiástica, Roma 1969. San Giovanni di Avila da giovane sacerdote si preparò per l'evangelizzazione del Nuovo Mondo come accompagnatore del primo veseovo di Tlaxcala, Julián Garcés; però l'arcivescovo di Siviglia lo trattenne in Spagna. Alcuni dei suoi discepoli poterono realizzare questo desiderio del Maestro Avila. La sua dottrina sacerdotale si diffuse tra i suoi collaboratori, amici e discepoli, tra i quali spiccano grandi figure spirituali come Giovanni di Dio, Francesco di Borgia, Pietro di Alcántara, Juan de Ribera, Luis de Granada, Tomás de Villanueva, ecc. «In croce è morto il Signore per le anime; patrimonio, onore e fama e la sua stessa madre lasciò per darsi per esse; e così se qualcuno non rinunciasse ai suoi

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Antonio de Molina (1560-1619), certosino di Burgos, scrisse un trattato di santità sacerdotale, che rappresentò il libro più importante per molti sacerdoti ed ebbe molte edizioni e traduzioni in altre lingue. La sua opera dipende in parte da San Giovanni d'Avila ed esercitò un certo influsso nella vita sacerdotale francese: Formazione di sacerdoti, desunta dalla Sacra Scrittura, dai santi Padri e santi Dottori della Chiesa. L'opera analizza soprattutto la dignità sacerdotale, la santità e le virtù specifiche, la celebrazione eucaristica, l'ufficio divino, il sacramento della penitenza, ecc.

San Giovanni de Ribera (1531-1611), arcivescovo di Valencia, emerge per la sua vita esemplare e per la sua opera riformatrice nella vita del clero soprattutto nella predicazione. Amico e ammiratore di San Giovanni d'Avila, la sua figura può essere paragonata a quella del suo grande contemporaneo San Carlo Borromeo (che presentiamo dopo).

San Giuseppe di Calasanz (1557-1648) fondò nel 1617 la congregazione dei Chierici Regolari delle Scuole Pie. Il suo impegno sacerdotale si concentra nell'educazione della gioventù. Il santo lasciò un'impronta di povertà e di umiltà, rinunciando ad alte cariche per potersi dedicare al bene spirituale dei piccoli.

Come si può vedere, questo elenco di santi e scrittori si riferisce soprattutto ai secoli XVI e XVII e all'area spagnola e latino-americana; ci riferiremo subito ad altre aree geografiche: francese, italiana, centro-europea. Tuttavia non bisogna dimenticare che le frontiere geografiche degli stati moderni non corrispondono alla diffusione della predicazione e della teologia di quei secoli. Perciò nell'incontro con il nuovo mondo, l'America Latina, questi scritti e queste scuole si trasferirono nella nuova cristianità con la finalità di aiutarla a vivere un cristianesimo autentico.

interessi, onore, benessere, affetto dei parenti, e non facesse propria la mortificazione della croce, anche se avesse delle buone intenzioni nel proprio cuore, potrebbe concepire dei figli, ma non avrebbe la forza per partorirli» (sermone 81). «Una pastora (Maria), non mercenaria che cerca il proprio interesse, infatti tanto amava le peeore che, dopo avere dato per la loro vita la vita del suo amatissimo Figlio, avrebbe dato molto volentieri anche la propria vita, se fosse stato necessario. Che esempio per coloro che hanno la cura delle anime!» (sermone 70). «Se capo (vescovo) e membri (presbiteri) ci uniamo con Dio, saremo tanto potenti che vinceremo il demonio in noi e libereremo il popolo dai suoi peccati» (conferenza sacerdotale 10).

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In America Latina le scuole, i santi, i pastori, gli scrittori e i martiri sono noti per il loro impegno pastorale e catechetico, per l'organizzazione della Chiesa nascente per mezzo dei sinodi (come quello del Messico e di Lima, nel secolo XVI), direttori di pastorale, quali l'Itinerario para párrocos de Indias (in Ecuador, secolo XVII), la difesa dei diritti fondamentali degli indios e dei poveri, ecc. Hanno assunto una speciale importanza, a livello di Chiesa universale, alcuni santi sacerdoti e vescovi come: San Turibio de Mogrovejo in Perù (1538-1606), San Luigi Beltràn in Colombia (1526-1581), San Pietro Claver in Cartagena de Indias (1580-1654), San Francesco Solano in Perù e Argentina (1549-1610), il beato Junípero Sierra (1713-1784) in Messico e California, ecc.

A questo elenco bisogna aggiungere i missionari e martiri in Paraguay, San Roque González de Santa Cruz e compagni martiri; in Brasile il beato José Anchieta, il beato Ignazio de Azebedo e compagni martiri, il beato Stefano Zudaire e Giovanni de Mayorza. Non si possono dimenticare i missionari e martiri nati in America Latina, come il messicano San Felipe de Jesús, martire in Giappone. Per la storia dell'evangelizzazione bisogna aggiungere grandi figure di vescovi, sacerdoti e martiri. I santuari mariani costituirono un luogo privilegiato di azione catechetica, caritativa e pastorale.15

15    ? Sulle figura sopra elencate, vedere: Teologia de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c., 377-379. Bisogna pure ricordare altre grandi figure di pastori, come Julián Garcés (1452-1542), primo vescovo di Tlaxcala; Antonio de Valdivieso (morto nel 1550), primo vescovo «martire» del nuovo mondo (in León, Nicaragua); Vasco de Quiroga (1470-1565), vescovo di Michoacán; Juan de Zumárraga (1468-1548), che fu il primo vescovo di Messico (durante le apparizioni della Madonna di Guadalupe); Antonio Montesino (1470-1530), missionario in Santo Domingo; Bartolomé de las Casas (1474-1566), vescovo di Chiapas, difensore degli indigeni; Eusebio Kino (1645-1711), missionario in Messico; Turibio de Motolinia (morto nel 1569), anche lui missionario in Messico; Antonio Margil de Jesús (1657-1726), in Messico e Centro-America, etc. Le figure sacerdotali del secolo XIX e XX le ricorderemo nel sottotitolo successivo (nota 23). Per avere più dati: AA.VV. Testigos de la fe en América Latina, Verbo Divino, Buenos Aires (e Estella) 1986; G.M. HAVERS, Testigos de ia fe en México, Guadalajara 1986; J. HERAS, Quinientos años de fe, historia de la evangelización en América Latina, Lima 1985. Sulla storia più generale: AA.VV., Historia de la Iglesia en Hispanoamérica y Filipinas, BAC, Madrid 1992, vol. 2; AA.VV., Historia de la evangelización de América. Trayectoria, identidad y esperanza de un Continente, Lib. Edit. Vaticana 1992; L. LOPETEGUI, F. ZUBILLAGA, Historia de la iglesia en América española, Madrid 1965-1966 (2 volumi).

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Si è sempre riconosciuto il grande merito della cosiddetta scuola sacerdotale francese del secolo XVII, sviluppatasi quasi un secolo dopo Trento. Sono considerati autori-fondatori di questa scuola le seguenti figure sacerdotali: il cardinale Pietro di Bérulle (1575-1629), che fondò l'«Oratorio» nel 1611 e scrisse uno dei libri più famosi sul sacerdozio (L'idée du sacerdoce et du sacrifice de Jésus Christ); San Giovanni Eudes (1601-1680) detto il santo del sacerdozio; Giovanni Giacomo Olier (1608-1657), che collaborò alla fondazione di seminari con San Vincenzo de Paoli e San Giovanni Eudes; Carlo Condren (1588-1641); San Vincenzo de Paoli (1576-1660), che creò un gruppo sacerdotale, i Lazzaristi, dedito alla predicazione o missione tra le classi più povere, la Congregazione della Missione; con Olier e San Giovanni Eudes influì in modo determinante sulla creazione dei primi seminari in Francia (dal 1642). A queste figure bisogna aggiungere dei grandi santi che in un certo modo fanno parte della scuola sacerdotale francese: San Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra, maestro di spiritualità, pastore di anime e riformatore del clero; San Luigi Maria Grignon de Monfort (1673-1716), grande promotore della pietà popolare, soprattutto mariana.16

La scuola francese fonda la spiritualità sacerdotale nel sacerdozio di Cristo (Sacerdote e Vittima, soprattutto alla luce del mistero dell'incarnazione). La spiritualità sacerdotale parte dal fatto di partecipare nell'essere, nell'agire, all'intimità di Cristo morto e risorto, nei suoi tre sguardi: verso il Padre per conoscere il suo piano di salvezza, verso gli uomini per salvarli e verso se stesso per offrirsi come vittima. Maria è madre di Cristo Sacerdote e specialmente del sacerdote ministro come Gesù vivente (San Giovanni Eudes). La scuola francese ha avuto un influsso decisivo sulla formazione sacerdotale, anche per il fatto che

16    ? I libri di storia sulla spiritualità sottolineano l'importanza di questa scuola. Vedere la nota 10 (storia della spiritualità). H. BRÉMOND, La conquête mystique de l'école française, Bloud et Gay, Paris, 1929; CL. DILLENSCHNEIDER, La teologia del Sacerdozio nel secolo XVI, in: Enciclopedia del Sacerdozio, 1441-1468; R. DEVILLE, L'école française de spiritualité, Desclée, Paris 1987; J. GUATIER, L'esprit de l'école française de spiritualité, Bloud et Gay, Paris 1936. Su ogni figura della scuola francese, vedere bibliografia in: Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c., 379-381.

BARRES J.O., Jean-Jacques Olier's priestly spirituality: mental prayer and virtues as the foundation for the direction of souls (Romae, Pont. Univ. Sancatae Crucis 1999)

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la direzione di molti seminari è stata affidata ai Padri Sulpiziani, Eudisti e Lazzaristi.17

Si può anche parlare di una scuola sacerdotale italiana (secoli XVI e XVII), radicata nella scuola francescana e domenicana, soprattutto se si prendono in considerazione alcuni santi sacerdoti, grandi pastori e fondatori di gruppi sacerdotali.

San Carlo Borromeo (1538-1584), arcivescovo di Milano, applicò con molta attenzione i decreti di riforma del Concilio di Trento, specialmente riguardo alla creazione di seminari e alla riforma del clero. San Gregorio Barbarigo (1625-1697), vescovo di Bergamo e poi di Padova, dedicò le sue migliori attenzioni alla formazione del clero, secondo le indicazioni di Trento. Sottolineava l'aspetto della formazione spirituale e scientifica dei futuri sacerdoti.18

L'Europa centrale conta su una figura straordinaria:

17    ? Oltre alla nota precedente, cfr. P. POURRAT, Il sacerdozio secondo la dottrina della Scuola Francese, Mor-celliana, Brescia 1932; W.M. THOMPSON edit., Bérulle and the french school. Selected writings, New York, Paulist Press 1989.

Añadir:Y. KRUMENACKER, L'école française de spiritualité, Paris, Cerf 1998

18    ? (San Carlo Borromeo) Omelie sull'Eucaristia e sul sacerdozio, Paoline, Roma 1984; E. CATTANEO, La santità sacerdotale vissuta da San Carlo, «Scuola Cattolica» 93 (1975). Oltre a San Carlo Borromeo e San Gregorio Barbarigo, bisogna ricordare: San Gaetano di Thiene (1480-1547), fondatore dei Teatini; sant'Antonio Maria Zaccaria (1502-1539), fondatore dei Barnabiti, San Filippo Neri (1515-1595), fondatore degli Oratoriani; San Girolamo Emiliani (1486-1537), fondatore dei Somaschi; Giovanni Matteo Giberti (morto nel 1543), vescovo di Verona; Sant'Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787), fondatore dei Redentoristi, patrono dei confessori e moralisti, che lavorò senza sosta per il rinnovamento del clero, specialmente nel campo della spiritualità e pastorale sacerdotale; San Paolo della Croce (1694-1775), fondatore dei Passionisti, presenta la spiritualità sacerdotale alla luce di Cristo crocifisso. Già nel secolo XIX, bisognerà ricordare grandi figure come San Giovanni Bosco (1815-1888), fondatore dei salesiani. Cfr.: AA.VV., Le grandi scuole della spiritualità cristiana, Teresianum, Roma 1984; J. ESQUERDA BIFET, Teología de la Espiritualidad Sacerdotal, o.c., 381-383 (bibliografia su queste e altre figure sacerdotali).

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Bartolomeo Holzhauser (1513-1648), la cui dottrina e opera di pastorale sacerdotale si estese in quasi tutte le nazioni europee, con alcune ripercussioni successive in America Latina.

L'opera di Holzhauser si fonda sul ristabilimento della vita apostolica del clero nella propria diocesi.

Creò seminari e centri sacerdotali per promuovere la vita comunitaria e assicurare l'armonia tra la spiritualità e l'azione apostolica. La sua opera inizia verso il 1640 e continua dopo la sua morte. L'Unione Apostolica può essere considerata una continuazione di questo sforzo di spiritualità del clero diocesano.19

5. FIGURE E DOTTRINA SACERDOTALEPRIMA DEL VATICANO II

La ricchezza spirituale dei secoli precedenti avrebbe prodotto i suoi frutti nelle figure di santi sacerdoti durante i secoli XIX e XX. Sono molti i vescovi e sacerdoti beatificati, canonizzati, o con fama di santità, che appartengono a quei secoli. Queste figure sono di maestri di pastorale, che «continuano a parlare a ciascuno di noi» (Giovanni Paolo II, lettera del giovedì santo, 1979).

Le figure sacerdotali sono modello di sequela evangelica e, quindi, di disponibilità assoluta all'azione apostolica e caritativa. Bisognerà ricordare che la grande maggioranza di queste figure rimarranno per sempre nell'anonimato, com'è per tanti missionari, parroci ed educatori che seminarono il vangelo e suscitarono attraverso la loro testimonianza numerose vocazioni sacerdotali. Il rifiorire sacerdotale immediatamente precedente il Concilio ha alla sua base la qualità di queste figure sacerdotali, così come la dottrina del magistero e gli studi sul sacerdozio.20

19    ? M. ARNETH, Holzhauser, in: Dict. Spirit., t. VII, col. 590-597. Riguardo ai continuatori di Holzhauser, come Mons. Lebeurier ed altri, cfr.: P. BROUTIN, L'oeuvre spirituelle de B. Holzhauser, «Nouvelle Revue de Théologie» 80 (1958) 510-525. La figura sacerdotale del beato danese Niels Stensen (1638 1686), scienziato e vescovo (a Monaco e Amburgo), ebbe un grande influsso in diversi paesi europei. Fuori d'Europa, oltre alle figure latino-americane ricordate prima (nella nota 15), bisognerebbe ricordare moltissime figure di sacerdoti della Cbiesa orientale e dei missionari di oltremare, quali il sacerdote dell'India, Bto. José Vaz (1651-1711) missionario nello Sri Lanka (Ceilon) in un momento di persecuzione.

20    ? Cfr. Ia bibliografia e scritti di queste figure in:

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Tra queste figure eccelle San Giovanni Maria Battista Vianney, curato d'Ars (1786-1859), dichiarato patrono dei parroci da Pio XI nel 1929. Giovanni XXIII, in occasione del centenario della morte del santo parroco, pubblicò l'enciclica Sacerdotii nostri primordia (1959), nella quale lo presenta come modello di virtù sacerdotali, povertà, carità e obbedienza, alla luce della carità del Buon Pastore, così come di zelo pastorale, di carità, di predicazione, di catechesi, di riconciliazione.

Lo slancio evangelizzatore di questa epoca conta su grandi figure missionarie che seppero aprire nuovi orizzonti all'evangelizzazione, come sant'Antonio Maria Claret a Cuba (1807-1870) e i martiri San Pietro Chanel (1803-1841) e il bea-to Giovanni Mazzucconi (1826-1855) in Oceania, e il beato Valentino de Berrio Ochoa (1827-1861) in Cina, ecc.21

San Pio X, Giuseppe Sarto (1835-1914), parroco, vescovo e papa, è un'altra figura di spicco che riassume l'operato di tanti parroci e catechisti anonimi. È il papa del catechismo, dell'eucaristia, della riforma della curia e dell'organizza-zione dei seminari. La sua vita fu un gesto profetico: «nato povero, vissuto povero e sicuro di morire povero» (testamento). Preparò la rinascita missionaria degli inizi del secolo xx.

Dictionnaire de Spiritualité (Beauchesne) e Dizionario degli Istituti di perfezione, Paoline, Roma 1973ss; Bibliotheca Sanctorum, Roma 1961-1987. AA.VV., Spirito del Signore e libertà, Figure e momenti della spiritualità, Morcelliana, Brescia 1982; F. CIARDI, I fondatori uomini dello Spirito, Città Nuova, Roma 1982. Sulle figure sacerdotali in America Latina cfr. la nota 15 di questo capitolo.

21    ? B. NODET, Jean Marie Vianney, curé d'Ars, sa pensée, son coeur, Mappus, Le Puy, 1958. Queste figure formano una lista interminabile, soprattutto tra i fondatori di istituzioni e movimenti missionari: Marion de Bresillac, Eugenio Mazenod, Francesco Libermann, Teofilo Verbist, Giovanni Claudio Colin, Daniele Comboni, Carlo Lavigerie, Francesco Pfanner, Agostino Planque, Arnoldo Janssen, Guglielmo Chaminade, Charles de Foucauld, Giuseppe Allamano, Michele Garicoïts, Guido Maria Conforti, Paolo Manna, Michelangelo Builes, Félix de Jesús Rougier, Giacomo Spagnolo, Gerardo Villota, Pablo M. Guzmán... Alcune figure, come Damiano de Veuster l'apostolo dei lebbrosi, e Alberto Peryguère, apostolo nel Marocco, sono diventate assai conosciute. Oltre alla bibliografia citata nella nota precedente, cfr.: P. CHIOCCHETTA, I grandi testimoni del Vangelo. Pagine di spiritualità missionaria, Città Nuova, Roma 1992; G. SOLDATI, I grandi missionari, EMI, Bologna 1985; G. ZANANIRl, Figures missionaires modernes, Casterman, Paris 1963.

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L'esortazione Haerent animo (1908) è di per sé il primo documento del magistero nel quale si parla sistematicamente del tema sacerdotale.

I santi sacerdoti di questa epoca sono moltissimi. Tutti si sono santificati nel compimento del loro dovere ministeriale, come Giuseppe Cafasso (confessore in Torino) o come Ezechiele Moreno (vescovo di Pasto in Colombia) e Rafael Guízar y Valencia (vescovo in Messico). Alcuni aprirono nuove strade di carità asssistenziale e promozionale, come Giovanni Bosco, Giuseppe Benedetto Cottolengo e Luigi Orione. Molti sono pure gli scrittori che hanno lasciato riflessioni profonde sul sacerdozio.22

Queste figure sacerdotali aiuteranno ad assumere atteggiamenti di autenticità e di audacia, per applicare la dottrina conciliare e per costruire la figura sacerdotale nel passaggio tra due millenni. Le figure sacerdotali di ogni continente e periodo storico presentano le stesse caratteristiche, con l'accento culturale e la vicinanza alle circostanze concrete, alla luce di un incontro vitale con Dio.23

La teologia del sacerdozio e specialmente la spiritualità

22    ? Il sacerdote secondo il vangelo (A. Chevrier), Il sacerdozio eterno (E. Manning), L'ambasciatore di Cristo (G. Gibbons), Gesù Cristo ideale del sacerdote (C. Marmion), L'anima di ogni apostolato (B. Chautard), La perennità della nostra forza (I. Gomà), ll cuore di Gesù e il cuore del sacerdote (M. González), Dio, Chiesa, sacerdozio (M. Suhard), Apostolica vivendi forma (G. Calabria), La santificazione del sacerdote, L'unione del sacerdote con Cristo sacerdote e vittima (R. Garrigou Lagrange), ecc.

23    ? Non pochi fondarono istituzioni laicali o sacerdotali, come Vincenzo Palotti, Manuel Domingo y Sol, Antonio Chevrier, José Mª Escrivà de Balaguer. Anche alcuni fondatori di congregazioni consacrate a diversi campi di carità e di educazione (oltre i citati nelle note precedenti), come Marcelino Champagnat, Giacomo Alberione, Enrique de Ossò, Francisco Coll, Francisco Palau, Luigi Maria Palazzolo, Pietro Bonilli, Giovanni Calabria, José Antonio Plancarte y Labastida, José Mª Vilaseca, José Manyanet y Vives, Francisco Vallet, Juan Nepomuceno Zegrí, Marcelo Spinola, Manuel González, Luís Amigó, Giuseppe Kentenich, Pedro Poveda, Eustachio Montemurro, ecc. Non sono mancati i martiri, come Massimiliano Kolbe, Miguel Agustín Pro, Carlo di Foucauld, e altri in Messico ecc. Nella bibliografia citata nelle note 15 e seguenti si possono trovare indicate altre figure importanti dei secoli XIX-XX. Il secolo XX dovrà essere studiato come il secolo dei martiri missionari e difensori dei poveri.

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sacerdotale trovano un momento di forte sviluppo alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX, grazie a eminenti pastori e teologi. In questo ambiente dottrinale si colloca il rinnova- 3 mento del clero diocesano al servizio della Chiesa particolare. Gli insegnamenti pontifici sul sacerdozio favorirono, orientarono, garantirono e utilizzarono anche questo approfondimento dottrinale.

Bisogna menzionare anzitutto gli studi teologici di M. J. Scheeben (1835-1888), il quale ha meritato il titolo di padre della teologia moderna. Nel contesto della sua teologia dell'incarnazione, come momento della consacrazione sacerdotale di Cristo, acquista speciale importanza il sacerdozio del Signore e la partecipazione al medesimo per mezzo del battesimo e soprattutto del sacramento dell'ordine. La dottrina di Scheeben è eminentemente ecclesiale. «Il mistero del carattere sacramentale si collega specialmente con il mistero dell'incarnazione e del prolungamento della stessa nel mistero della Chiesa». Da questa linea ecclesiale deriva il rapporto del sacerdote con la maternità della Chiesa e di Maria: «Il sa-cerdozio deve far nascere nuovamente Cristo in seno alla Chiesa, nell'eucaristia e nel cuore dei fedeli mediante la forza dello Spirito Santo che agisce nella Chiesa, e in tal modo formare organicamente il corpo mistico, così come Maria per virtù dello Spirito Santo dette alla luce il Verbo nella sua stessa umanità e gli dette il suo vero corpo».24

Nel campo pratico della spiritualità e del rinnovamento sacerdotale, speciale importanza ha avuto il cardinale D. Mercier (1851-1936), arcivescovo di Malines, il quale sottolineò la spiritualità specifica del sacerdote e la sua chiamata alla perfezione.

La sua principale preoccupazione fu quella di far prendere coscienza al sacerdote diocesano dell'esigenza della sua santità, non meno di quella propria dello stato religioso. Il mezzo specifico di santità sacerdotale è l'esercizio del ministero, poiché in tal modo il sacerdote realizza la carità pastorale. Le virtù di religione e di carità si esigono reciprocamente.25

24    ? M.J. SCHEEBEN, I misteri del cristianesimo, Morcelliana, Brescia 1960. Per maggiori dati dottrinali e bibliografici cfr.: Historia de la espiritualidad sacerdotal, Burgos 1985 («Teología del Sacerdocio», vol. 19), 168-170.

25    ? Card. D. MERCIER, La vie intérieure, Beauchesne, Parigi 1919; Idem, A mes séminaristes, Parigi 1919; F. Van STEENBERGHEN, El sacerdocio según el cardenal Mercier, in: J. COPPENS, Sacerdocio y celibato, BAC, Madrid 1971. Cfr. altri dati e studi in: Historia de la espirituaiidad sacerdotal,

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Il rinnovamento del clero diocesano fu dovuto all'approfondimento della sua spiritualità, alla luce della figura del Buon Pastore e dei santi sacerdoti della storia ecclesiale.

I teologi che hanno trattato il tema hanno incentrato questa spiritualità nella carità pastorale, indicandone alcune concretizzazioni: messa in pratica della vita apostolica nel Presbiterio e al servizio della Chiesa particolare, collaborazione con il proprio vescovo secondo la dottrina di sant'Ignazio d'Antiochia (unità del Presbiterio), realtà di grazia che sono alla base di questa spiritualità specifica e dei mezzi per metterla in pratica.26

La spiritualità sacerdotale è stata sviluppata soprattutto nel contesto della teologia del sacerdozio, con una base biblica e patristica, con un'ampia sintesi sul sacerdozio di Cristo, il sacerdozio ministeriale e il sacerdozio comune dei fedeli. Lo stesso Vaticano II è debitore di questa teologia.27

Non sarebbe giusto dimenticare alcuni scritti sulla spiritualità sacerdotale che riportano conferenze, meditazioni, semplici e dirette esposizioni. A volte sono state queste

o.c., 170-172.

26    ? Sulla situazione della teologia sulla spiritualità del sacerdote diocesano così come si presentava prima del Concilio Vaticano II, cfr.: J. CAPMANY, Espiritualidad del sacerdote diocesano, Herder, Barcelona 1962; A.M. CHARUE, Il clero diocesano, Paoline, Roma 1962; J.C. FENTON, Concepto del sacerdocio diocesano, Herder, Barcelona 1956; J. PROTAT, Prêtres diocésains, Fleurus, Paris 1961; A. RENARD, Prêtres diocésains aujourd'hui, Desclée, Bruges 1963; A. SIMONET, El sacerdote diocesano en la iglesia, Sígueme, Salamamca 1966; G. THILS, Natura e spiritualità del Clero diocesano, Paoline, Alba 1949.

27    ? Oltre alla bibliografia precedente, cfr.: L. BOUYER, El sentilo de la vida sacerdotal, Barcelona 1952; A.M. CARRÉ, El verdadero rostro del sacerdote, Salamanca 1959; CL. DLLLENSCHNEIDER, Il nostro sacerdozio nel sacerdozio di Cristo, Dehoniane, Bologna 1962; J. LÉCUYER, Il sacerdozio di Cristo e della Chiesa, Dehoniane, Bologna 1965, J. LEMAITRE, Il nostro sacerdozio, Morcelliana 1949; P. MONTALBAN, Los Cristos de la tierra, Bilbao 1952. Un riassunto di questa teologia preconciliare, in: R. ARNAU, El planteamiento del sacerdocio ministerial desde san Pio X al concilio Vaticano II, «Anales Valentinos» 12 (1980), 253-280. Anche in: Historia de la espiritualidad sacerdotal, o.c. in note precedenti.

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pubblicazioni quelle che più hanno influito nella persona del sacerdote.28

I grandi documenti magisteriali sul sacerdozio incominciano agli inizi del secolo xx, anche se Leone XIII aveva pubblicato due brevi encicliche, dirette rispettivamente ai vescovi francesi, nel 1899, e ai vescovi italiani, nel 1902.29

L'esortazione apostolica Haerent Animo, 8 agosto 1908, di San Pio X (1903-1914), è il primo documento papale che riassume la dottrina sul sacerdozio in modo sistematico, con la

28    ? Alcuni di questi scritti sono già stati citati nella nota 22 di questo capitolo. Ne aggiungiamo altri: C. CABRERA DE ARMIDA, A mis sacerdotes, México 1929; V. ENRIQUE Y TARANCON, El sacerdote y el mundo de hoy, Sígueme, Salamanca 1959; Card. GOMÀ, Jesucristo redentor, Barcelona 1944; I. Van HOUTRYE, La vida sacerdotal, Madrid 1962; B. JIMÉNEZ, Problemas actuales del sacerdote, Madrid 1959; J.M. MARCELO, El buen combate, San-tander 1961; L.M. MARTÍNEZ, El sacerdote, misterio de amor, México 1953; J. MARTÍNEZ, Reflexiones sobre la espintualidad sacerdotal, Santander 1961; P. MILLET Jésus vivant dans le prêtre, Paris 1929; A. MORTA, Vida interior y dirección espiritual, Bilbao 1955; F. PAGÉS, La mística de nuestro sacerdocio, Bilbao 1959; P. PHILIPPE, La très sainte Vierge et le sacerdoce, Paris 1947; M. RAYMONS, El doble del hombre Dios, Madrid 1955; C. SAUVÉ, Le pretre intime, Paris 1920, C. SPICQ, Spiritualité sacerdotale d'après St. Paul, Paris 1949; L. TRESE, Vaso di Argilla, Morcelliana, Brescia 1953; (anonimo), Manete in dilectione mea, Bilbao 1952.

29    ? Documenti e studi sul magistero pontificio preconciliare sul sacerdozio: Il sacerdozio ministeriale nel Magistero Ecclesiastico, Documenti (1908-1993), Lib. Edit. Vaticana 1993. (a cura di Tommasso Stenico); H. DENIS, La teologia del presbiterato da Trento al Vaticano II, in: Y. CONGAR, J. FRISQUE (a cura di), I preti, formazione, ministero e vita, AVE, Roma 1970, 105-154; J. ESQUERDA BIFET, El sacerdocio hoy, documentos del magisterio eclesiástico, BAC, Madrid 1985; A. NAVARRO, El sacerdocio redentor de Cristo, Sígueme, Salamanca l957; A.DEL PORTILLO, Escritos sobre el sacerdocio, Palabra, Madrid 1970; F. SALA BALUST, F. MARTÍN HERNÁNDEZ, La formación sacerdotal en Iglesia, Flors, Barcelona 1966; A. SUQUÍA, De formatione clericorum documenta quaedam recentiora, Vitoriae 1958-1961; P. VEUILLOT, Notre sacerdoce, Parigi 1954, 2 vol. Cfr. anche: Enciclopedia del sacerdozio, Firenze 1957, parte IV. Documenti di diverse epoche: Enchiridium Clericorum (Sacra Congregazione per l'Educazione Cattolica, Tip. Vaticana, 1975). Documenti postconciliari in: DEVYM, OSLAM, La formación sacerdotal, Bogotá 1982.

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presentazione della santità del sacerdote: esigenza, natura e mezzi concreti. Essa si basa sulla preghiera sacerdotale di Gesù, sulla tradizione patristica e sul rito dell'ordinazione. La santità sacerdotale è configurazione con Cristo; senza di essa il sacerdote perderebbe gran parte della sua ragion d'essere come strumento della grazia.

L'enciclica Ad Catholici Sacerdotii (20 dicembre 1935) di Pio XI (1922-1939), è un ampio studio biblico, patristico e teologico sulla natura del sacerdozio, i suoi ministeri, l'esigenza e le caratteristiche della santità, la vocazione sacerdotale.

Il punto di partenza è Cristo Sacerdote e Vittima, unico Mediatore che si prolunga nella Chiesa, specialmente attraverso il sacrificio eucaristico. Il sacerdote è «alter Christus» in modo speciale, cioè, come ministro di Cristo e dispensatore dei misteri di Dio, attraverso la predicazione, la celebrazione eucaristica e i sacramenti, l'orazione, il pascere.

Si sottolineano le virtù del Buon Pastore, soprattutto la carità pastorale. Richiama l'attenzione sui problemi dell'epoca e la necessaria collaborazione con i laici, la famiglia, l'Azione Cattolica. Attribuisce grande importanza al discerni-mento vocazionale e alla formazione nel seminario, che è la pupilla degli occhi del vescovo.

L'esortazione apostolica Menti nostrae (23 settembre 1950) di Pio XII (1939-1958), si concentra sulla santità e sulla formazione sacerdotale, sottolineando la dimensione liturgica e spirituale, anche nel suo aspetto mistico, che sosterrà anche la dimensione sociologica e di vicinanza ai problemi dell'uomo. È un richiamo alla riforma dei seminari e alla cura per la formazione permanente del clero giovane attraverso direttori spirituali per sacerdoti, vita comunitaria, mezzi culturali, convitti, ecc.

Non bisogna dimenticare che Pio XII pubblicò le encicliche Mystici Corporis Christi (1943, dimensione ecclesiale), Mediator Dei (1947, dimensione liturgica), Sacra Virginitas (1954, dimensione di vita consacrata), Haurietis Aquas (1956, dimensione di intimità con Cristo), Evangelii praecones e Fidei donum (1951 e 1957 rispettivamente, dimensione missionaria).

L'enciclica Sacerdotii nostri primordia (1 agosto 1959) di Giovanni XXIII (1958-1963), è un elogio del santo curato d'Ars, presentato come modello di ascesi, di virtù evangeliche, di orazione, specialmente eucaristica, e carità o zelo apostolico, di pastore, predicatore, catechista, confessore. Si

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sottolineano le virtù dell'obbedienza, castità e povertà a partire dalla carità del Buon Pastore.

La santità dei sacerdoti deve essere la principale preoccupazione dei vescovi, i quali devono garantire che si incontrino «condizioni di vita e di lavoro ministeriale tali che essi possano mantenere intatta la loro generosità». Papa Giovanni XXIII, che nel 1959 annunciò la convocazione del Concilio, sottolineerà il valore della spiritualità sacerdotale in occasione del Sinodo Romano (1960). La dimensione sociale di tale spiritualità appare nelle encicliche Mater et Magistra (1961) e Pacem in terris (1963).

All'inizio del secondo periodo del Vaticano II (ottobre 1963), Paolo VI (1963-1978) pubblicò una Lettera Apostolica sulla vocazione sacerdotale: Summi Dei Verbum (4 novembre 1963). È una sintesi teologica sulla vocazione, sulla sua natura, i segni, le qualità e rappresenta il ponte tra la dottrina preconciliare e quella successiva al Vaticano II.

6. CONCILIO VATICANO II E POSTCONCILIO

Giovanni XXIII annunciò il Concilio nel 1959 e lo convocò nel 1961. L'assemblea conciliare si svolse in 4 sessioni, tra il 1962 e il 1965. Paolo VI succedette a papa Giovanni tra la prima e la seconda sessione (1963). I documenti che trattano direttamente del sacerdozio furono promulgati nel 1965, durante la quarta e ultima sessione conciliare.30

Sono tre i documenti conciliari dedicati direttamente e completamente al sacerdozio: Presbyterorum Ordinis, sulla vita e il ministero dei presbìteri; Optatam totius, sulla formazione

30    ? Per il testo di tutti questi documenti sul sacerdozio, con introduzioni e studi sintetici, cfr.: El sacerdocto hoy, doccumentos del magisterto eclesiástico, BAC, Madrid 1985. Vedere anche la nota 29. Abbiamo citato gli studi sui documenti sacerdotali del concilio Vaticano nelle note dei capitoli III-VIII. Cfr. M. CAPRIOLI, Il decreto conciliare «Presbyterorum Ordinis», storia, analisi, dottrina, Teresianum, Roma 1989-1990; P.J. CORDES, Inviati a servire. "Presbyterorum Ordinis": Storia, esegesi, temi, sistematica, PIEMME, Casale Monferrato 1990; I preti, AVE, Roma 1970; I sacerdoti nello spirito del Vaticano II, Leumann, Torino 1969; Les prêtres, formation, ministère et vie, Cerf, Paris 1968; Los presbíteros, ministerio y vida, Palabra, Madrid 1969; Los presbíteros a los diez años de «Presbyterorum Ordinis», Facultad Teológica, Burgos 1975; E. MARCUS, I preti, Milano, Ancora 1988; R. WASSELYNCK, Les prêtres. Elaboration du Décret du Vatican II, Histoire et genèse des textes conciliaires, Desclée, Paris 1968.

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dei futuri sacerdoti; Christus Dominus, sull'ufficio pastorale dei vescovi. La costituzione Lumen Gentium gli dedica il capitolo III, oltre ad altri passi sulla santità (LG`41). Per il sacerdozio ministeriale sono molto interessanti le Costituzioni Dei Verbum, Sacrosanctum Concilium, Gaudium et spes, così come il decreto sulle missioni Ad Gentes e altri documenti di grande importanza pastorale.

La prospettiva in cui è considerata la vita, la spiritualità e il ministero del sacerdote ruota attorno all'idea di fondo del concilio: la Chiesa come sacramento o segno trasparente e portatore di Cristo (LG 1). Il sacerdote annuncia la parola di Dio (DV), celebra il mistero pasquale (SC) e si inserisce nelle situazioni del mondo per illuminarle e trasformarle con il vangelo (GS).

Secondo il Presbyterorum Ordinis, il sacerdote è segno di Cristo Sacerdote, capo e Buon Pastore, poiché opera in suo nome e nella sua persona (PO 1-3), per prolungare la sua parola, i suoi segni salvifici e la sua azione pastorale diretta (PO 4-6). È segno di comunione con il vescovo, con gli altri sacerdoti e a servizio della comunità ecclesiale (PO 7-8; LG 28; CD 28), con una missione senza frontiere (PO 10- 11) . Deve essere segno del Buon Pastore (PO 12-14), anche nelle virtù concrete che derivano dalla carità pastorale (PO 15-17). È un segno che si deve rafforzare mettendo in pratica mezzi adeguati di vita spirituale, pastorale, culturale ed economica (PO 18-22).

Questa identità rende il sacerdote suprema testimonianza dell'amore (PO 11), che vive della gioia pasquale (PO 11), di essere suo strumento vivo (PO 12), con la caratteristica della carità pastorale o ascesi propria del pastore di anime (PO 13), la cui santità si realizza esercitando sinceramente e instancabilmente i propri ministeri nello Spirito di Cristo (PO 13) e in «unione di vita» (PO 14).

Bisogna sottolineare l'importanza della fraternità sacramentale nel Presbiterio (PO 8), come segno efficace di santificazione e di evangelizzazione, e in virtù della comunione e della comune missione (LG 28). Per questa strada si scopre la spiritualità specifica del sacerdote in quanto membro del Presbiterio nella Chiesa particolare (cfr. cap. VII).

La spiritualità sacerdotale indicata dal concilio Vaticano II ha, dunque, queste caratteristiche:

-- identità come partecipazione alla consacrazione e missione totale di Cristo,

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-- atteggiamento di servizio,

-- consacrazione come vicinanza e dedizione completa,

-- spiritualità nell'esercizio del ministero,

-- comunione e fraternità specialmente nel Presbiterio,

-- fisionomia di carità pastorale con le virtù concrete del Buon Pastore,

-- servizio in una Chiesa particolare e per la Chiesa universale.

Mentre la dottrina conciliare venne applicata gradualmente, con chiari segni di rinnovamento sacerdotale, subito dopo il Concilio, negli anni 1967 e seguenti, si produsse un fenomeno che è stato qualificato come crisi sacerdotale. Prima del Concilio già si notavano alcuni sintomi di inquietudine. La situazione sociologica e culturale era cambiata senza trovare un clero preparato per questi cam-biamenti, creando tendenze secolarizzanti che sopravvalutavano l'efficacia immediata e il benessere di una società dei consumi. Nacque il dubbio sull'identità sacerdotale, cioè, sulla sua ragione d'essere. Questo dubbio non lasciava scorgere la parte positiva che, ben orientata, poteva essere rinnovatrice e nacquero dubbi sulla metodologia apostolica e sullo stile di vita del sacerdote. Questo fenomeno, complesso e nuovo, ebbe una ripercussione rapida e universale, con un ele-vato numero di secolarizzazioni, dovuto agli scambi culturali e sociali, cosi come ai mezzi di comunicazione sociale.

A questa crisi rispose Paolo VI (1963-1978) con l'enciclica Sacerdotalis coelibatus (1967), con il Messaggio ai sacerdoti (1968), e la convocazione del sinodo episcopale sul sacerdozio ministeriale e la giustizia nel mondo (1971), oltre ad altri documenti e iniziative.31

31    ? Cfr. i documenti sul sacerdozio, di Paolo VI (anche la lettera apostolica Summi Dei Verbum del 1963), con istruzioni e studi, come pure il documento del Sinodo del 1971, in: El sacerdocio hoy, documentos del magisterio eclesiástico, BAC, Madrid 1985. Vedere anche: Il sacerdozio ministeriale nel Magistero Ecclesiastico, Documenti (1908-1993), Lib. Edit. Vaticana 1993. Sulla dottrina sacerdotale di Paolo VI: M. CAPRIOLI, Il sacerdozio nel magistero di Paolo VI (1963-1978), «Ephemerides Carmelitanae» 30 (1979) 319-383; J. ESQUERDA BIFET, Transfondo teológico y actual del mensaje del papa Pablo VI a los sacerdotes, «Teología del sacerdocio» 1 (1969), 239-276; G.M. GARRONE, La spiritualité sacerdotale dans la pensée de Paul Vl, «Seminarium» (1977) 1056-1067; J. GUITTON,

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L'enciclica Sacerdotalis coelibatus (24 giugno 1967) riprende il materiale elaborato dai Padri del Concilio, i quali avevano chiesto che il papa scrivesse un'enciclica sul celibato sacerdotale. Questo tema si comprende solo a partire dall'amore per Cristo (dimensione cristologica), per il servizio incondizionato della Chiesa (dimensione ecclesiale) che fa della persona chiamata un dono (dimensione antropologica) e che indica una realtà futura di risurrezione (dimensione escatologica).

La castità è il segno della carità pastorale. La scarsità di vocazioni deve essere analizzata alla luce di una visione del sacerdozio come dono di Dio, che deve essere richiesto, e come cammino di generosità e totalità nella dedizione.

Nel Messaggio ai sacerdoti (1968), alla fine dell'anno della fede, il papa presentò quattro dimensioni del sacerdozio che si richiamano reciprocamente: dimensione sacra, apostolica, mistico-ascetica (spirituale) ed ecclesiale. Vivendo ar-monicamente queste dimensioni, ogni sacerdote troverà «nel suo ministero la serenità e la gioia» (Messaggio, ripetuto parzialmente nel congresso eucaristico di Bogotà, 1968).

Il Sinodo dei vescovi del 1971 fu convocato da Paolo VI per trattare del sacerdozio e della giustizia nel mondo. La doppia tematica mise in risalto un rapporto armonico ed arricchente. Il documento sinodale sul sacerdozio ministeriale, approvato dal papa, descrive la situazione nella quale si trovava il sacerdote, analizzando alcune cause e indicando alcune soluzioni.

La prima parte del documento collega il sacerdote ministro a Cristo Sacerdote e alla Chiesa sacramento di Cristo, per sottolineare la permanenza del sacerdozio ministeriale, attraverso il carattere, come segno dell'amore reciproco e per-manente tra Cristo e la sua Chiesa.; a partire da qui il sacerdote vive la comunione ecclesiale e può rispondere alle situazioni concrete nelle quali si trova tutto il popolo di Dio.

La seconda parte presenta alcuni orientamenti pratici attuali circa il rapporto tra evangelizzazione e vita sacramentale, il lavoro civile, le scelte politiche e sociali,

El concepto de sacerdocio según Pablo Vl, in: Sacerdocio y celibato, BAC, Madrid 1971. Al tempo di Paolo VI si celebra la seconda conferenza generale dell'episcopato latino-americano (CELAM) in Medellín (1968); cfr. specialmente i documenti XI (sacerdoti) e XII (formazione sacerdotale); commenti: Reflexiones sobre el CELAM, BAC, Madrid 1977.

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la vita spirituale, il celibato, la fraternità nel Presbiterio, le questioni economiche. «Nella comunità cristiana che vive dello Spirito e nonostante i suoi limiti, il sacerdote è pegno della presenza salvifica di Cristo» (Documento Sinodale, parte prima, n.5). La vita spirituale del sacerdote, descritta dal Sinodo, rinnovando le indicazioni del Vaticano II, è un richiamo a una più profonda esperienza di vita sacerdotale per trovare nuove forme e possibilità di evangelizzazione.32

Giovanni Paolo II, il cui pontificato è iniziato nell'ottobre 1978, ha trattato il tema sacerdotale nelle lettere del giovedì santo. Il sacerdozio è un tema ricorrente anche nei suoi discorsi durante i viaggi apostolici, le visite Ad limina, le omelie durante le ordinazioni sacerdotali, ecc.

Questo magistero s'inserisce nell'insieme delle sue encicliche ed esortazioni apostoliche su temi che sono di grande interesse pastorale.

Il documento che traccia la strada di tutto il magistero di Giovanni Paolo II sul sacerdozio è la sua prima lettera ai sacerdoti, in occasione del giovedì santo del 1979 (Vobis Episcopus). È una sintesi dottrinale che utilizza gli orientamenti del Vaticano II e del Sinodo dei Vescovi del 1971. A partire da Cristo Sacerdote si sottolinea il significato del carattere sacerdotale che rende partecipi dell'essere, dell'agire e dello stile sacerdotale del Signore. I santi sacerdoti della storia continuano ad essere modelli di carità pastorale, per affrontare le situazioni nuove di oggi.

Quando sorgono i dubbi sull'identità sacerdotale, significa che «non c'è stato sufficiente impegno per realizzare lo stesso sacerdozio attraverso la preghiera, per rendere efficace il suo autentico dinamismo evangelico» (n.10). Un rinnovamento ecclesiale autentico ha bisogno del rinnovamento sacerdotale, che nasce da una comunione di preghiera e fraternità attorno a Maria nel cenacolo (n.11).33

32    ? Già prima del Sinodo di 1971, alcuni episcopati avevano pubblicato documenti sul sacerdozio: Lettera dei Vescovi Tedeschi sull'Ufficio sacerdotale, Queriniana, Brescia 1970; Documento colectivo del episcopado español sobre el ministerio sacerdotal (l970). Documento sinodale: Il sacerdozio ministeriale, Typ. Pol. Vaticanis, 1971. Studi: J. ESQUERDA BIFET, El sacerdocio ministerial en el sinodo de los obispos de 1971, «Teología del Sacerdocio» 4 (1972), 433-453; idem, Estudio comparativo entre la doctrina sacerdotal del sinodo de 1971 y el decreto «Presbyterorum Ordinis», «Teología del Sacerdocio» 7 (1975), 569-584; B. KLOPPENBURG, O sinodo dos bispos de 1971, «Rev. Ecles. Brasileira» 31 (1971), 891-936.

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Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, anche se con una preparazione che risale a Paolo VI, ebbe luogo la terza conferenza generale dell'episcopato latino-americano (CELAM), celebrato a Puebla (1979), preceduta dal discorso inaugurale del papa (28 gennaio 1979). La quarta conferenza ebbe luogo a Santo Domingo (1992).

Il documento di Puebla, elogiato e raccomandato da Giovanni Paolo II il 23 marzo 1979 (e in altri documenti), ha come titolo: L'evangelizzazione nel presente e nel futuro d'A-merica Latina. L'abbiamo citato frequentemente nei diversi capitoli del nostro libro. Riguardo al sacerdozio ministeriale, descrive una situazione relativamente positiva e più chiara (n.670), invitando a un atteggiamento evangelizzatore e impegnato, che nasce dall'esperienza del Dio vivo (n.693). Se si pratica la fraternità sacramentale nel Presbiterio (PO 8), allora «la piena unità tra i ministri della comunità costituisce già un fatto evangelizzatore» (Puebla n.663). Da questo rinnovamento sacerdotale dipenderà, in parte, il contri-buto missionario d'America Latina alla Chiesa universale.34

Il nuovo Codice di diritto canonico (1983) traduce in norme concrete alcune direttive conciliari e postconciliari sulla vita e il ministero sacerdotale. Abbiamo citato frequentemente queste norme nel nostro libro. Sono tracce di lavoro per una costruzione responsabile da parte di tutti. Già dal seminario, i futuri sacerdoti devono formarsi al senso e amore della Chiesa, espresso nella vita comunitaria, come preparazione per vivere nell'unione fraterna del Presbiterio diocesano (can. 245, par. 2). I sacerdoti da questo legame di fraternità, reso concreto nella preghiera e nella cooperazione (can. 275), saranno aiutati a raggiungere la santità in rapporto al ministero, purché non lascino da parte i mezzi

33    ? Studi: J. ESQUERDA BIFET, Identidad apostólica: trasfondo histórico de la carta de Juan Pablo II a los sacerdotes, «Teología del Sacerdocio» 12 (1980) 107-149; J.A. MARQUES, O sacerdocio ministerial no magisterio de Joâo Paolo II, «Theologica» 15 (1980), 81-224; M. VINET, Le prêtre et sa mission dans l'enseignement du pape Jean Paul II, «Bulletin du Saint Sulpice» 8 (1982), 63-76. Vedere altri studi nelle note seguenti.

34    ? Documento di Puebla: L'evangelizzazione nel presente e nel futuro dell'America Latina, 1979. Il documento continua e approfondisce la seconda Assemblea celebrata a Medellín (1968), inaugurata da Paolo VI nella cattedrale di Bogotà, in occasione del Congresso Eucaristico Internazionale. Documento di Santo Domingo: Nuova evangelizzazione, promozione umana, cultura cristiana, 1992. Contenuti sacerdotali del documento di Santo Domingo: nn. 67-84 (i ministeri ordinati).

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comuni e specifici di santificazione (can. 276).

Una certa vita comunitaria (can. 280), che potrà essere favorita con esperienze d'incontri e di associazioni, sempre in unione con il proprio vescovo (can. 278), aiuterà i sacerdoti a perseverare nelle virtù del Buon Pastore (can. 273, 277, 282, 286), e nella disponibilità missionaria locale e universale (can. 245, 257, 259). Il consiglio presbiterale sarà un mezzo utile per raggiungere questi scopi (can. 495-502).35

La formazione iniziale e permanente del sacerdote (cfr. cap. VIII) è stato il tema del Sinodo dei Vescovi del 1990. Nell'esortazione postsinodale Pastores dabo vobis, Papa Giovanni Paolo II offre una sintesi del tema sacerdotale, specialmente riguardo l'identità, la spiritualità e la formazione iniziale e permanente.36

Le linee tracciate da Giovanni Paolo II si riassumono nei

35    ? Sui temi sacerdotali secondo il nuovo codice cfr. AA.VV., El sacerdocio en el nuevo código de derecho canónico, «Teología del Sacerdocio» 18 (1985); AA.VV., Lo stato giuridico dei ministri sacri nel nuovo codex juris canonici, Lib. Edit. Vaticana, 1984. Sono molto importanti per il sacerdozio alcuni documenti pubblicati dai diversi dicasteri romani. Cfr. quelli più importanti in: Documenti (1969-1989). Formazione dei sacerdoti nel mondo d'oggi, Lib. Edit. Vaticana; DEVYM, OSLAM, Formación sacerdotal, Bogotá 1982. Altri documenti: Direttive sulla preparazione degli educatori nei Seminari (4 novembre 1993), Lib. Edit. Vat. 1993; Formare dei sacerdoti nel mondo d'oggi, Lib. Edit. Vaticana 1990. Vedere anche: Istruzione interdicasteriale su alcune questioni circa la collaborazione dei laici al ministero dei sacerdoti (15 agoto 1997).

Añadir:Doc. Cong. Clero, 2001: Il sacerdote pastore e guida nella comunità nella parrocchia.

36    ? Commenti in collaborazione: Commentaria in Adh. Apost. «Pastores dabo vobis», «Seminarium» 32 (1992) n. 4; 33 (1993) n. 3; Pastores dabo vobis. Études et commentaires, «Bulletin de Saint Sulpice» 19 (1993); Studi sull'Esortazione Apostolica "Pastores dabo vobis" di Giovanni Paolo II, «Salesianum» 55 (1993) n. 1-2; Sacerdoti per una nuova evangelizzazione. Studi sull'Esortazione Apostolica Pastores dabo vobis, LAS, Roma 1993; Os daré pastores según mi corazón, EDICEP, Valencia 1992; Vi darò pastori secondo il mio cuore, Esortazione Apostolica «Pastores dabo vobis», Testo e commenti, Lib. Edit. Vaticana 1992.

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seguenti aspetti:

-- La gioia di essere sacerdote e di seguire una chiamata che è dono di Dio e risposta d'amore,

-- sequela generosa e dedizione evangelica,

-- disponibilità missionaria universale,

-- fraternità sacramentale nel proprio Presbiterio,

-- sintonia con le comunità ecclesiali bisognose e perseguitate,

-- unione con i sacerdoti che soffrono il martirio per annunciare e vivere il vangelo...37

* * *

La storia è sempre sorgente e maestra di vita a tutti i livelli, liturgico e pastorale, teologico e culturale, comunitario e spirituale. Tutta la storia della spiritualità sacerdotale, a partire dalla persona e dal messaggio del Buon Pastore, è il cammino di una Chiesa pellegrina, che va chiarendo ogni giorno di più la figura del sacerdote di ogni epoca storica:

-- Linea del servizio, cioè ministeriale che ha come sorgente, modello e maestro Cristo Sacerdote, che «non è venuto per essere servito, ma per servire» (Mc 10, 45).

-- Linea dell'evangelizzazione senza frontiere, che ha il suo inizio nel sacerdozio come partecipazione alla consacrazione e missione di Gesù, e nella natura missionaria della Chiesa come popolo sacerdotale.

-- Linea della comunione fraterna nel Presbiterio, come segno comunitario del Buon Pastore, a servizio della comunità ecclesiale locale e universale.

-- Linea della trasparenza e testimonianza del Buon Pastore, come santificazione attraverso il ministero e come segno e stimolo alla sequela di Cristo per tutti i credenti.

37    ? Oltre gli studi citati nelle note precedenti, cfr.: J.A. ABAD, Juan Pablo II al sacerdocio, Pamplona 1981; M. CAPRIOLI, Il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale nel pensiero di Giovanni Paolo II, «Lateranum» 47 (1981) 124-157; J. SARAIVA MARTINS, La formazione sacerdotale oggi nell'insegnamento di Giovanni Paolo II, Lib. Edit. Vaticana, 1997.

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Creare lo stile sacerdotale in quest'epoca concreta, esigerà di accogliere l'illuminazione dello Spirito Santo nella storia ecclesiale e nell'attualità: a partire dalla Parola di Dio che illumina gli eventi e le situazioni, costruire una comunità ecclesiale sensibile alla presenza di Dio e ai problemi dei fratelli, rendendola comunità evangelizzatrice e impegnata nella evangelizzazione universale.

Sarà, dunque, una spiritualità sacerdotale di profezia e d'inserimento, d'autentico pluralismo nella comunione della Chiesa, di immanenza e trascendenza, di missione senza frontiere e senza esclusivismi, di testimonianza e di martirio, di speranza come il grido del Magnificat che risuona in ogni santuario mariano, in ogni comunità ecclesiale, in ogni casa e in ogni cuore.

7. GUIDA PASTORALE

Meditazione biblica:

-- Senso della storia: lo Spirito Santo, ricevuto nell'ordinazione, guida la verità piena in Cristo: Gv 16,13.

-- La presenza di Cristo nella vita e storia sacerdotale infiamma il cuore e apre gli occhi per spezzare il pane con i fratelli: Lc 24,13-35.

-- Il sacerdote non è mai solo nel cammino storico: Mt 28,20.

-- Ministero sacerdotale per preparare tutta l'umanità all'incontro definitivo con Cristo, alla fine della storia: Ap 22,17-21.

Studio personale e revisione di vita in gruppo:

-- Quali sono state le linee portanti della spiritualità sacerdotale durante la storia?

-- Quali sono gli elementi permanenti nella storia della spiritualità sacerdotale?

-- Quali possibilità troviamo in questi elementi per il nostro stile sacerdotale di oggi e per collaborare nella costruzione dello stile sacerdotale del futuro?

-- Che importanza può avere la riscoperta delle figure sacerdotali della storia?

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8. ORIENTAMENTO BIBLIOGRAFICO

AA VV, Il ministero sacerdotale nella Bibbia e nella Tradizione, in: Il prete per gli uomini d 'oggi, AVE, Roma 1975, sezione prima.

AA.VV., Le grandi scuole della spiritualità cristiana, Teresia-num, Roma 1984.

A.VV., Spirito del Signore e libertà, Figure e momenti della spiritualità, Morcelliana, Brescia 1982.

AA.VV., La vita comune del clero nei secoli XI e XII, Vita e Pensiero, Milano 1962.

ÁLVAREZ J., Las grandes escuelas de espiritualidad en relación al sacerdocio, Herder, Barcelona 1963.

CHIOCCHETTA P., I grandi testimoni del Vangelo. Pagine di spiritualità missionaria, Città Nuova, Roma 1992.

COLSON J., Ministre de Jésus-Christ ou le sacerdoce de l'évangile, Beauchesne, Paris 1966.

Enciclopedia del sacerdozio, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1957.

ESQUERDA BIFET J., Historia de la espiritualidad sacerdotal, Facultad de teología, Burgos 1985 («Teología del Sacerdocio», 19); Teología de la espiritualidad sacerdotal, BAC, Madrid 1991, cap. XIII (sintesi storica).

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I prete per gli uomini d'oggi, AVE, Roma 1975, 25-255.

La tradition sacerdotale, Mappus, Paris 1959.

LÉCUYER J., Il sacerdozio di Cristo e della Chiesa, Dehoniane Bologna 1965. Idem, Les ministères aux origines de l'église, Cerf, Paris 1971; Le sacrement de l'ordination, recherche historique et théologique, Beauschesne, Paris 1981.

MÖHLER J.A., Origen y evolución del sacerdocio, Sal Terrae, Santander 1971. The origin and evolution of the priesthood: a return to the sources, Alba House, Staten Island 1969.

NICHOLS A., Holy Order: Apostolic Priesthood from the New Testament to the Second Vatican Council, Veritas, Dublin 1990.

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ONATIBIA I., La espiritualidad presbiteral en su evolución histórica, in: Espiritualidad del presbitero diocesano secular, EDICE, Madrid 1987, 23-68.

OSBORNE K., Priesthood: A History of the ordained Ministry in the Roman Catholic, New York 1988.

OTT L., Le sacrement de l'ordre, Cerf, Paris 1971 (storia).

QUACQUARELLI A. (a cura di), I Padri Apostolici, Città Nuova, Roma 1978.

Segnaliamo qui solamente alcuni studi di sintesi storica sulla spiritualità sacerdotale. Per i singoli autori, periodi storici e altri dati specifici, cfr. le note di questo capitolo 10: Padri (note 2-7), Medioevo (note 7-10), epoca di Trento (note 11-18), epoca immediatamente precedente il Concilio Vaticano II (note 20-29), Vaticano II e postconcilio (note 30-37).

Nota sulla bibliografia: alla fine di ogni capitolo di questo libro abbiamo dato un orientamento bibliografico specifico. Così pure, nelle note di ogni capitolo sono stati presentati dei testi di riferimento più immediato.

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INDICE DEGLI ARGOMENTI

(Il numero romano indica il capitolo, quello arabico il paragrafo).

Apostolato: IV, 1-7.Apostoli: III, 1-4.Amicizia con Cristo: III, 2; V, 2; VIII, 1-4.Arcipretura: VI, 3.Associazioni sacerdotali: VII, 5.Attualità: I, 1-6.Azione pastorale: IV, 1-7.

Battesimo: II, 4-5.Beatitudini: I, 6; IV, 7.Bibbia: IV, 3.Buon Pastore: II, 1-3; V, 1-5.

Cambiamenti: I, 1-5.Carattere sacerdotale: II, 4; II, 3.Carità pastorale: II, 1-3; III, 4; V, 3-4.Castità: V, 4.Celibato (castità): V, 4.Chiesa: I, 1-3 (oggi, solidale); II, 4 (popolo sacerdotale); VI, 2 (fondata da Cristo); I, 3 e VI, 2-3 (titoli biblici); I, 3 e II, 4 e VI, 2 (mistero, comunione e missione), VI, 1-5 e X, 3 (maternità); VI,3 (particolare, locale, diocesi); I, 3 e VI,4 (universale, missionaria); VI,5 (senso e amore)Comunità di base: VI, 3.Comunità ecclesiale: IV, 5; VI, 5.Comunità sacerdotale: VI, 3-5.Comunione: VI, 2; VII, 3.Confessione (sacramento): IV, 5; VIII, 6 (mezzi di santificazione).Consiglio presbiterale: VII, 3-5; X, 6.Consigli evangelici: V, 4.Cristo sacerdote, mediatore (Buon Pastore): II, 2-4; IX, 2.Croce: V, 3.Cuore sacerdotale di Cristo (Buon Pastore): II, 1-4; IX, 2.

Diaconi: VII, 2.Dialogo: IV, 7; V, 4; VII, 3.Dimensioni della spiritualità sacerdotale: I, 5.Diocesano: VI, 3; VII, 1-5; VIII, 3.Diocesi (Chiesa particolare): VI, 3-4; VII, 2.Direzione spirituale: III, 5; VIII, 4, 6.Discernimento dello Spirito: III, 5Distribuzione del clero: VI, 4.Dottrina sociale: I, 3-4; IV, 7.

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Ebrei (lettera): II, 3.Eucaristia: II, 5; III, 2; IV, 4.Evangelizzazione: I, 4; IV, 1-7.

Famiglia: II, 5.Fedeltà (cfr. Spirito Santo).Figure sacerdotali: X, 1-6.Fede: V, 5; VI, 1-7.Formazione iniziale: VIII, 4.Formazione missionaria: VI, 4.Formazione permanente: VIII, 5.Fraternità sacerdotale: III, 4; VII, 3-5.

Giustizia sociale: I, 3-4; IV, 7.Grazia sacramentale: III, 3.Gruppo: VII, 3, 5.

Identità: I, 5.Incardinazione: VI, 3; VII, 4.Incarnazione: I, 1-3.Inculturazione: I, 4.Inserimento (inserirsi): IV, 7.

Laicato: II, 5.Lavoro: II, 5; V, 4.Liturgia: IV, 4-6.Liturgia delle ore: IV, 6.

Magistero: X, 5-6.Maria: IX, 1-5.Martirio: IV, 7; V, 3.Medioevo: X, 3.Mezzi di spiritualità: VIII, 6.Ministeri: II, 4 (nuovi ministeri); IV, 1-7.Missione: III, 2; IV, 1-7; VI, 4.Mistero pasquale: I, 2; III, 4; IV, 4-5.

Nuova evangelizzazione: I, 2 e 4.

Obbedienza: V, 5.Omelia: IV, 3.Ordine (sacramento): II, 4; III, 3.Orazione: IV, 6.Orazione sacerdotale: IV, 6; V, 2.

Padri, patristica: X, 2.Paolo: III, 4.Paolo VI: X, 6.Papa: VI, 3, 5; X, 5-6.Parola (Scrittura): IV, 3.

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Parrocchia: VI, 3.Pasqua: II, 3; III, 4-5; IV.Pastorale: IV, 5-6.Pastorale d'insieme: VI, 3.Pastorale sacerdotale: VIII, 5.Pastorale vocazionale: VIII, 4.Penitenza (cfr. confessione, sacrificio).Personalità: V, 5.Pontificia Unione Missionaria: VI, 4.Popolo sacerdotale: V, 5.Poveri (scelta preferenziale): I, 4, IV, 7.Povertà (virtù): V, 4.Predicazione: IV, 3.Presbiterio: VII, 1-5.Presbìteri: VII, 2.Profetismo: IV, 3, 7.Puebla: I, 3-4; IV, 7; X, 6.

Regno: I, 3; IV, 5; VI, 2.Religiosi: II, 5; V, 4; VII, 4; VIII, 3.Revisione di vita: VII, 5.Riconciliazione (cfr. confessione).Rinnovamento: I, 1-6; VII, 5; X, 5.

Sacerdozio comune (fedeli): II, 4-5.Sacerdozio ministeriale: III, 1-3; X, 4-6.Sacramenti: IV, 5.Sacrificio: II, 3 (AT); IV, 4; VIII, 6.Santi sacerdoti: X, 1-6.Santità: I, 6; V, 1-5.Scuole di spiritualità: X, 3-4.Scrittura: IV, 3.Secolarismo: I, 5.Sequela evangelica: III, 2.Seminari: VIII, 4.Servitori, servizio: III, 3; IV, 5.Segno di Cristo: I, 6; V, 1-5.Segni dei tempi: I, 2.Situazione sociologica: I, 1-6.Speranza: I, 3-4; IV, 7.Spirito Santo: III, 3, 5; VI, 5.Spiritualità: I, 3, 6 (natura); IX, 3 (mariana); X, 3-4 (scuole).Spiritualità sacerdotale: I, 6; III, 4-5; V, 5; VII, 1-5; X, 5.Storia: I, 3, 5 (senso); X, 1-6 (sacerdotale).Studio: VIII, 4-5.

Testimonianza: IV, 1-7; V, 3.Trento: X, 4.

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Umanesimo integrale: I, 2, 4; IV, 7.Umiltà ministeriale: V, 4.Unione apostolica: VII, 5.Unione missionaria: VI, 4.Unità (principio di): VI, 3; VII, 1-5.

Vaticano II: I, 3; X, 6.Vescovo: VI, 1-4; VII, 2.Vicinanza (inserimento): I, 2-3; IV, 7.Vita apostolica: III, 1-4; V, 1-5; VII, 5; X, 1-3.Vita comunitaria: VII, 3 e 5.Virtù: V, 3-5.Virtù umano-cristiane: V, 5.Vocazione: I, 5 (attualità); I, 6 (diversità); II, 5 (diverse vocazioni); III (nel vangelo); VIII, 1-6 (natura, segni, formazione...).

Zelo apostolico: I, 2, 4.

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INDICE GENERALE

Introduzione

Abbreviazioni dei documenti

I. SPIRITUALITÀ E IDENTITÀ DELLA «VITA APOSTOLICA» PER UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

1. Presentazione2. Tempo di grazia in un mondo che cambia3. Una Chiesa solidale con le gioie e le speranze4. Verso una nuova evangelizzazione5. Seguire la «vita apostolica» oggi. Identità della vita sacerdotale e consacrata6. Spiritualità cristiana e spiritualità sacerdotale7. Guida pastorale8. Orientamento bibliografico

II. CRISTO SACERDOTE E BUON PASTORE PROLUNGATO NELLA CHIESA

1. Presentazione2. Il Buon Pastore3. Cristo mediatore, sacerdote e vittima4. Gesù prolungato nella sua Chiesa, popolo sacerdotale5. Il sacerdozio comune dei fedeli6. Guida pastorale7. Orientamento bibliografico

III. LA VITA APOSTOLICA E IL MINISTERO APOSTOLICO AL SERVIZIO DEL POPOLO DI DIO

1. Presentazione2. Chiamata sequela e missione degli apostoli3. I servitori del popolo sacerdotale: sacerdoti ministri4. Linee portanti della sequela evangelica degli apostoli5. Fedeltà alla missione dello Spirito Santo6. Guida pastorale7. Orientamento bibliografico

IV. SACERDOTI PER EVANGELIZZARE

1. Presentazione2. Chiamati a evangelizzare3. Prolungare la parola di Cristo4. Prolungare il sacrificio pasquale di Cristo5. Prolungare l'azione salvifica e pastorale di Cristo6. Prolungare l'orazione di Cristo7. La vicinanza all'uomo concreto

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8. Guida pastorale9. Orientamento bibliografico

V. ESSERE SEGNO TRASPARENTE DEL BUON PASTORE

1. Presentazione2. Segno del Buon Pastore: rapporto personale, sequela, trasparenza3. La carità pastorale4. La fisionomia e le virtù concrete del Buon Pastore5. Santità e linee di spiritualità sacerdotale6. Guida pastorale 7. Orientamento bibliografico

VI. SACERDOTI AL SERVIZIO DELLA CHIESA PARTICOLARE E UNIVERSALE

1. Presentazione2. Nella Chiesa fondata e amata da Gesù3. Il sacerdote ministro della Chiesa particolare o locale4. Al servizio della Chiesa universale missionaria5. Senso della Chiesa e amore per essa6. Guida pastorale7. Orientamento bibliografico

VII. SPIRITUALITÀ SACERDOTALE NEL PRESBITERIO DIOCESANO

1. Presentazione2. Vescovo, sacerdoti, diaconi al servizio della comunità ecclesiale3. Nella comunità sacerdotale del presbiterio4. Spiritualità del clero diocesano5. La costruzione della «vita apostolica» nel presbiterio6. Guida pastorale7. Orientamento bibliografico

VIII. VOCAZIONE E FORMAZIONE SACERDOTALE

1. Presentazione2. Cristo continua a chiamare3. Segni di vocazione sacerdotale4. Formazione sacerdotale iniziale 5. Formazione sacerdotale permanente6. Mezzi comuni e specifici della spiritualità sacerdotale7. Guida pastorale8. Orientamento bibliografico

IX. SPIRITUALITÀ MARIANA DEL MINISTRO DI CRISTO

1. Presentazione2. La Madre di Cristo sacerdote

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3. La Madre della Chiesa, popolo sacerdotale4. La Madre del sacerdote ministro5. Nella vita spirituale e nel ministero del sacerdote6. Guida pastorale7. Orientamento bibliografico

X. SINTESI ED EVOLUZIONE STORICA DELLA SPIRITUALITÀ SACERDOTALE

1. Presentazione2. Spiritualità sacerdotale nell'epoca patristica3. Vita sacerdotale nel medioevo4. Riforma sacerdotale nell'epoca moderna5. Figure e dottrina sacerdotale prima del Vaticano II6. Concilio Vaticano II e postconcilio7. Guida pastorale8. Orientamento bibliografico

Indice degli argomenti

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