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CasabiancaAdriana Torregrossa, Alessandra Andrini, Alice Tomaselli, Andrea Nacciarriti, Anna Ferraro,Anna Rispoli, Anna Maria Tina, Annalisa Cattani/Alberto Merzari, Anteo Radovan, AriannaFantin, Cecilia Guida, Chiara Pergola, Cristian Chironi, Claire Bosi, Cesare Pietroiusti, ClaudiaLosi, Daniela Manzolli, Daniela Spagna Musso, Davide Bertocchi, Davide Rivalta, Davide
Tranchina, Diego Zuelli, Dragoni Russo, Elena Nemkova, Elisa Vladilo, Emanuela Ascari, EmilioFantin, Erica Fenaroli, Eva Frapiccini, Fabrizio Rivola, Federica Menin/Laura Lovatel/SaraPoletta, Ferdinando Mazzitelli, Francesca Grilli, Francesco Bernardi, Francesco Finotti,Giancarlo Norese, Gianluca Cosci, Giovanna Ricotta, Giovanni Oberti, Giulia Casula, Giulia Ricci,Il Prufesur, Italo Zuffi, Jiri Kovanda, Lorenza Lucchi Basili, Luca Scarabelli, Lucia Leuci, LuigiNegro, Luigi Presicce, Mala.arti visive, Marcella Vanzo, Marco Rambaldi, Marco Samor, MariaDomenica Rapicavoli, Maria Lucrezia Schiavarelli, Maurizio Mercuri, Mauro Maffezzoni, MauroVignando, Michele Spanghero, Mili Romano, Monica Cuoghi, Morena Pedrini, OttonellaMocellin/Nicola Pellegrini, Paola De Pietri, Paolo Parisi, Patrizia Giambi, Petar Stanovic,PetriPaselli, Pier Paolo Coro/Rita Canarezza, Rebecca Agnes, Riccardo Beretta, Rita Correddu,Roberta Piccioni/Marco Fantini, Rocco Osgnach, Sabrina Mezzaqui, Sabrina Muzi, Sabrina
Torelli, Sandrine Nicoletta, Serena Porrati, Sergia Avveduti, Silke De Vivo, Simone Cesarini,Sissi, Stefania Galegati Shines, Stefano W. Pasquini, ZimmerFrei
Zola Predosa, 26 settembre 2010
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Al Magreib, 2010.Stampa ink- et su carta, cm 29,7x21
adriana torregrossa
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La n. 57 potrebbe intitolarsi "Al Magreib" che l'oradel tramonto che indica esattamente il momento in cuii musulmani spezzano il digiuno durante il ramadan. Ilpilota ha annunciato questo momento mentre stavamoper atterrare al Cairo e i passeggeri musulmanipresenti hanno cominciato a bere (soprattutto) e amangiare.
A.T.
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Fuit hic, 2006.Prova dartista n. 3Stampa fotografica a colori cm 23x23, cornice bianca
alessandra andrini
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Souvenir-Torre Eiffel con macchia di caff, 2010.Piccola tela,cornice, cm 21x16
alice tomaselli
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Il mio un lavoro intorno alla pittura, mi interessafare della pittura ma senza mai dipingerepraticamente. In molti negozi delle capitali turistichevendono queste tele rappresentanti paesaggi chevengono dipinti in serie, spesso in paesi come laCina o il Vietnam ecc.. La rappresentazione vuoleimitare lo stile pittorico degli artisti che dipingevanoen-plein air, modo di dipingere che si sviluppo'appunto a partire dalla Francia. E' probabile che lapersona che ha eseguito questo lavoro non abbiamai visto questo panorama con i propri occhi.Stavo pensando a questa cosa mentre facevo passarei vari dipinti, I paesaggi sono tutti molto molto simili,variano soltanto di colore, ad un certo punto hovisto questo che aveva una macchia di caffe o similee si subito 'umanizzato'. Per cui l'ho comprato cosicom'era. Arrivata a casa l'ho smontato dalla suatela, e rimontato sul retro, centrando la macchia,per cui il suo telaio diventato la sua cornice.
A.T.
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INTO THE LANDSCAPE [message in the white house], 2010.Foro al muro, carta
andrea nacciarriti
Che sia macro o micro lambiente sempre il terrenosu cui lavora Andrea Nacciarriti. Dopo installazioni cheoccupano interi campi da calcio, costruzioni al limitedellarchitettonico che modificano la percezione deglispazi e degli edifici, ora lintervento si fa minimo eappena visibile, ma concettualmente consistente.Un piccolissimo foro nella parete della nuova galleriaCasabianca contiene un foglietto arrotolato. Unpensiero da mantenere segreto? Una richiesta di aiutotipo messaggio nella bottiglia posizionata ad hoc in unpertugio realizzato ad arte per contenere proprioquella piccola lettera? O forse solo quello che si vede,un pezzo di carta bianca infilato in un bucopreesistente: Into the landascape (message tocasabianca) come dice il titolo. Non importa, quelloche conta che nel grande spazio dellex fienile, inmezzo a circa 80 lavori di altrettanti artisti, Nacciarritinon ha voluto aggiungere ancora elementi persegnalare la sua partecipazione, ma anzi, toglierequalche cosa e nascondere in certo senso unapresenza che tuttavia non passa inosservata e la dice
lunga sulla ricerca di un artista schivo ma incisivo.
Chiara Pilati
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Pop Saddam (yemen 2007)
anna ferraro
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AnnaRispoli/ZimmerFrei, Vorrei tanto tornare a casa (e che questo volesseanche dire tornare dove sei tu), 2009. Prodotto da Kunstenfestivaldesarts
anna rispoli / zimmerfrei Neon bianchi, lampade alogene, lampadari dicristallo, torce a mano. Sono le luci che accendonole finestre dei condomini di Foyer Bruxellois desVisitandines, il complesso di case popolari sorto alla
fine degli anni 60 per dare nuova dimora agli abitantidel quartiere les Marolles a Bruxelles, dopo che lacostruzione del nodo ferroviario Nord-Sud sventril centro urbano.Vorrei tanto tornare a casa il risultato di unprocesso lungo e complesso per stabilire unrapporto di fiducia e di cooperazione con gli abitanti
e dar vita a una pice luminosa che ha coinvolto pidi 90 appartamenti. Sulle note di Concret Ph, unpezzo composto da Iannis Xenakis per il PadiglionePhilips allEsposizione Universale di Bruxelles del1958, le finestre di questo edificio si sono animateseguendo una partitura scandita alla radio,accendendosi e spegnendosi per mano degli stessi
abitanti che in quel momento si trovavanoallinterno del proprio appartamento a svolgere leloro abituali attivit quotidiane.Il palazzo un organismo sociale, che mette insiemepersone e biografie diverse chiuse nella loro intimitdomestica e simultaneamente proiettate in unadimensione pubblica. La performance di Anna
Rispoli, unazione che si sviluppa in verticale e inorizzontale, che segue la geometria delle finestre,conferendo a ciascuna di esse il proprio valoresociale.Il palazzo brucia, pulsa, diffonde il suo calore, lanciail suo grido di allarme o di felicit, riassume lapropria funzione corale attraverso la messa in scena
di una sinfonia per luci.
Martina Angelotti6
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Unit abitativa A.M.T., 2008.Progetto fotografico
anna maria tina
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Unit abitativa A.M.T. nasce in relazione allarea dellExMercato 24 a Bologna, zona di rinnovamentourbanistico.Il progetto presenta me stessa come unit abitativaminima, possibilit di totale adesione e feliceidentificazione dellinquilino con la propria casa.
A.M.T.
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Puer senex, 2010.Video durata 2:45 min
annalisa cattani / alberto merzari
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Senza Titolo (Emanuele appoggiato allalbero piantato alla sua nascita),2010. Foto su alluminio cm 45x30
anteo radovan
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La Casa Bianca, 2010. Libro cucito a mano su cotone, cm 35x26
arianna fantinArianna ferma con un filo nero fra le dita di una mano enellaltra ha un ago: lentamente cerca di far passare quel filo
nella cruna dellago e socchiude gli occhi per mettere afuoco con lo sguardo quello spazio sottile, costretto, vitale.Con la punta dellago supera il tessuto e poi lo riattraversa,con forte delicatezza. Non so dire se Arianna disegni oscriva, secondo me ferisce. la ferita necessaria, inevitabile,da infliggere a chi cerca un senso.Il senso importante da trovare, da annotare, da cucire;
per non dimenticare, c rischio di perdersi. In questolabirinto le mappe dellarte e della vita si intrecciano ingeografie confuse e Arianna (e non solo lei) ha bisogno dicapire dove andare. Camminando giunta in una CasaBianca dove si sentita al sicuro; forse questa ladestinazione?Arianna troppo giovane per fermarsi, ma non vuole
dimenticare la luce di questa Casa e allora disegna, scrive,cuce. Ferisce. Una goccia di sangue dal suo polpastrellocade sul pavimento della Casa bianca e solo allora Ariannasi accorge che quel bianco potrebbe essere ancora pibianco.Arianna si accorta che il suo filo, per lei cos prezioso, stato seguito anche da Teseo e quando lui arrivato nellaCasa Bianca ha rubato un po del suo candore.Arianna ha gli occhi lucidi di chi ha conosciuto unillusioneormai svanita, cerca il senso della vita; lo cerca attraversolarte. Non so dire se arte e vita siano la stessa cosa, macertamente si assomigliano: entrambe abitano una Casa,forse una pi bianca dellaltra, sicuramente pi lontana.Meglio portare un filo da srotolare dietro di noi; c rischiodi perdersi.
Federica Borgina1
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Archivio delle idee dimenticate /Archive of Forgotten Ideas, 2009.
A cura di Cecilia Guida
cecilia guida
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Pentagono, 2009. Carta, alluminio, ottone e vetro
chiara pergola
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Gap #6. Digital painting on maps of Ferruccio Montevecchi, itprints on paper from museum, mounted on aluminium, white
wood frame, original + p.d.a., dimentions: cm 42x52
cristian chironi
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Me, loking at my parents from 210 metres high and 60 steps, 2009.Video durata 1 min
claire bosi
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Senza titolo (possesso transitorio), 2008. Birra Union su cartaModigliani da 200 gr
cesare pietroiusti
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Un disegno di Cesare Pietroiusti, serie di 10.000esemplari unici in distribuzione gratuita e soggetti alimitazione di propriet. Il possesso di questo disegno alla condizione che il possessore, ogniqualvolta lomostri, in privato o in pubblico, ad altri, accetti dicederlo alla prima persona che lo richiede.Ogni nuovopossessore accetta implicitamente la medesima
condizione di limitazione di propriet.
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claudia losi
Sentire silenzio /quando ti aspetti rumore, 2010
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La cera persa, 2008-2010.Video 2:40 min + alveari in ottone
daniela manzolli
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Senza titolo, 2009-2010.Fotografia digitale stampalambda su d-bond, cm 20x15
daniela spagna musso
Il lavoro dell'artista bolognese Daniela Spagna Musso contemporaneamente affermazione e negazione, luce e ombra, ordinee disordine. Come nella filosofia cinese sono lo yin e lo yang i dueprincipi costitutivi del tutto, cos queste due fotografie, per quantorealizzate in contesti, circostanze e momenti diversi, se accostatecreano un unico corpus.Il candore rigoroso del particolare di un palazzo londinese indecadimento fotografato nel 2009 si contrappone all'ammasso di abitisacri abbandonati nella sagrestia di una chiesa sconsacrata.Del particolare del palazzo, oltre al candore colpiscono sicuramentela linearit e la regolarit della forma, come se tutto, almeno inquell'angolo, potesse aspirare alla perfezione e la luce riflessa dal non-colore bianco abbaglia fino a rendere impossibile una collocazionespazio-temporale di questo luogo.La seconda foto, realizzata nel 2010 in Umbria durante un workshopcon Emilio Fantin, rappresenta uno sguardo su quello che resta dopoil terremoto che ha colpito l'intera zona nel 1997. Anche in questafotografia la luce che "parla" del luogo; indipendentemente dalladecisione dell'artista di immortalare l'attimo, un bagliore, dall'alto,illumina l'abbandono.La domanda che ci si pone osservando questo lavoro se veramentei due luoghi siano cos lontani tra loro. Entrambi, in quanto fuori daqualsiasi tipo di coordinata, vivono l'istante in cui il passante o il
visitatore se ne appropria, anche solo per un attimo, per citare MarcAug; luoghi che hanno una storia ma che per motivi diversi sonostati lasciati in un limbo e in una dimensione in cui il tempo puro,non databile.Tutti questi spazi, come molti altri, attendono di ri-vivere tramite unosguardo contemporaneo, Daniela attraverso queste immagini ci da lapossibilit di interpretarne liberamente il messaggio e di aprire una
porta su dimensioni senza tempo.
Giorgia B. Soncin
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Casaspace, 2010.Stampa ink- et, cornice, cm 30x22
davide bertocchi
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Lupo, 2009. Alluminio, grandezza naturale
davide rivalta
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Insiemistica celeste: unione, 2009.Plotter print, cm 30x30
diego zuelli
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Per via di levare, 2010. Installazione di 2 cric meccanici
dragoni russo
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Per via di levare: sinonimi: togliere, spostare, alzare, mapotremmo dire anche sol-levare. Dragoni Russo chelavorano in coppia da anni, hanno posto semplicemente due
cric sospesi-tesi sulla trave del soffitto di un edificio che ha iconnotati di una casa. Lintervento anonimo, di fatto nonsostiene nulla, visto che il tetto non sta per cadere. Lepresenze, simmetriche, speculari, sostengono solo ilproprio esserci, in una posizione non proprio comoda, matesa al limite, ad ampliare il movimento fermo. Si tratta didue oggetti immobili, cos uniti da sembrare un solo
oggetto, non fermo, ma in tensione, come sempre quandoun cric tende qualcosa e lo allunga, lo amplifica perpermetterci di fare altro. Se io mi tendo ti permetto diesserci, ti consento di cosa che non sarebbe possibile sela mia presenza fosse troppo lontana o troppo distante. Cuna tensione nellesserci che denota la sospensione di altro.Cos i due coniugi che lavorano in coppia ormai dal 1995,sanno che per poterlo fare occorre essere coesi ma anchedistanti quanto basta. Porre la propria presenza nel puntogiusto, di movimento inavvertibile, impensabile perchinvisibile. Io penso, sono e agisco solo nel momento in cuiposso farlo, se mi sostengono mi riesce meno difficile. Seposso osservare la mia presenza riflessa lo diviene ancormeno. Ma si tratta di presenze fisiche invisibili, animesuggerite da due oggetti speculari. Come ha osservatoHillman: La compresenza di visibile e invisibile ci chealimenta la vita. Noi arriviamo a riconoscere la straordinariaimportanza dellinvisibile soltanto quando ci lascia soli,quando ci volge le spalle e scompare il grandiosocompito di una cultura che voglia alimentare la vita consistedunque nel mantenere gli invisibili attaccati a s (JamesHillman, Il codice dellanima, p 146).
Loretta Zaganelli
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Gli stili artistici si imprimono nelle menti degli spettatori,2010. Rete di seta, granito, vernice metallica, 60x25xh11cm + 75x25xh15 cm
elena nemkova
Che cosa questa strana coppia di oggetti accasciati a terra che
sembrano fionde primordiali o strumenti di chiss qualeincomprensibile attivit? Gli stili artistici si imprimono nelle menti deglispettatori il titolo del lavoro che aggiunge ambiguit,presentandosi come inconfutabile asserzione impossibile dacogliere nellimmagine della rete di seta morbida che imprigionamasse di granito verniciato. Impossibile comprendere il verosignificato della frase facile pensare a un trabocchetto -, e tocca
prenderla per buona, dato il tono tassativo e il sapore di veritscientifica che emana. In effetti, la frase presa da una ricercascientifica sul meccanismo neurobiologico di riconoscimento deglistili artistici, trascinandoci nelle profondit complesse della mente.Il lavoro si gioca su coppie di opposti, pesantezza e morbidezza,rigidit e fluidit, forma aperta e chiusa, la seta e la pietra. A questaorganizzazione visibile e sensibile, Elena Nemkova aggiunge unaltra
coppia di opposti meno percepibile, quella data da complessit esemplicit. Da un lato la ricerca scientifica altamente sofisticata chestudia lattivit cerebrale dei neuroni in relazione alle sollecitazionidate dallespressione artistica, a cui si riferisce il titolo enigmaticovolutamente avulso dal contesto di riferimento tanto da diventarequasi esoterico, dallaltro lapparente semplicit dellesperienzaquotidiana, la comune percezione delle cose che non cerca tante
spiegazioni, bens lasciarsi andare allistinto del piacere o del rifiuto.La semplicit la fionda, oggetto basico che richiama il cacciatoreprimitivo, la pietra, la roccia grezza, la rete. limmediatezza dellapercezione. Anche con questopera lartista prosegue la sua ricercasulle distanze tra il pensiero scientifico pi avanzato e lesperienzaquotidiana, attraverso accostamenti spiazzanti di titoli e immaginiche avanzano su binari paralleli.
Alessandra Pioselli2
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Summertime un progetto di arte pubblica nato la scorsa estate
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Summertime, 2010.Smalto ad acqua su rotoballa dipaglia cm 180, larghezza cm 120
elisa vladilo
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Summertime un progetto di arte pubblica, nato la scorsa estateproprio in omaggio alle sensazioni attinenti lestate nel centrostorico di una citt, Trieste, dominata dallausteri bianco/grigia deisuoi bellissimi palazzi di matrice absburgica, anche se aninati daespansioni liberty. Constava di tre rotoballe linstallazione di allora,
colorate di arancio e rosa, in opposizione pertanto allassenzacromatica degli edifici, e sonorizzate con la nota canzone di GeorgeGershwin, tratta dallopera Porgy and Bess. Qui a Bologna ElisaVladilo ha piazzato allesterno della galleria una solo rotoballa,proveniente dalle campagne del bolognese, uneco e un simbolo diquella triestina, trovandosi qui, a differenza dellassolo nella cittgiuliana, in un contesto collettivo di presenze artistiche. Vladilo
lavora sul contrasto, sullintento di straniamento e di conseguentesorpresa per linsolita presenza di oggetti fuori luogo, resi afunzionalirispetto alle loro caratteristiche intrinseche, in quanto rivestiti dicolori sfavillanti e gioiosi rosa, arancione - e persino sonori.Straniamento e colori intensi, per ravvivare, sommuovere uno spaziourbano, portare in quel contesto quello che non si porterebbe maiperch di altra appartenenza, quella della campagna; per accendere,
soprattutto, nuovi sguardi in quei luoghi, quelle strade chepercorriamo quotidianamente, senza pi vederli.Elisa Vladilo lavora da anni nella public art, ideando eventi negli spazipubblici urbani e suburbani, per conferire loro nuova vita,soprattutto attraverso luso del colore che impiega sia come pitturache attraverso materiali vari, feltro, tessuti, illuminazioni, resinecessari dalle caratteristiche dei luoghi. Memorabile lintervento sul
molo Audace My Favorite Place , nellautunno del 2007,nellambito di una articolata ricognizione sullarte pubblicaorganizzata dal Gruppo78, dal titoloPublic Art a Trieste e dintorni.Con esso lartista tramutava una larga porzione del molo in unasorta di zona edenica con selciato turchese, come se il mare vi sifosse steso sopra, bitte rivestite di panno rosa e arancio, lampionigiallo limone. Una festa cromatica sospesa sul mare, unimprovvisa
interruzione della routine per sentirsi e sentire diversamente.
Maria Campitelli
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Senza Titolo (fase 1), scavo archeologico
emanuela ascari
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E tu, sogni con me arte tua, 2010.
Anagramma, collage su carta
emilio fantin
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Senza titolo (Concerto di lucciole), 2007, Stampa a pigmenti dicolore su carta 100% cotone, 20x20 cm, ed. 3 di 3
erica fenaroli
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The ball, 2010.Video durata 2:16 min
eva frapiccini
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f b i i i l
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Hortus Conclusus. Installazione presso il castello saracenodi Terravecchia, Caltavuturo (Palermo). Acqua, cipressi,palme, erba pronta e altri elementi
fabrizio rivola
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f d i i / l l l / l
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To Sit In, 2010. Stampa digitale a colori su k-mount, cm 30x45
federica menin / laura lovatel / sara poletta
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f illi
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Moth, video documentazione della performance, durata 3 min
francesca grilli
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I invite an albine singer to take the control of thelight, performance, 15 min.
francesco bernardi
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Quadreria 2010 (coppia), 2010. Mixed media
francesco bernardi
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francesco finotti
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Il corpo dentro, 2001.Gomma siliconica, dimensioni naturali
francesco finotti
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giancarlo norese
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Performance, 2010.Olio su carta, cm 32x22
giancarlo norese
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gianluca cosci
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Untitled, 2010. Slide show projection of 370 found images
gianluca cosci
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giovanna ricotta
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Go fly, 2004.3 stampe su plexiglas cm 24x35 ognuna
giovanna ricotta
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giovanni oberti
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Senza titolo (Indicazioni per uno spazio), 2008. Scansione da libro
in bianco e nero stampata su carta fotografica lucida cm 24x35,cornice alluminio - Courtesy Giovanni Oberti e Enrico Fornello
giovanni oberti
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giulia casula
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Land! Terra! Between Earth&Sky, 2008.Video durata 7:44 min
giulia casula
Land!Terra! un lavoro che riflette sui confini, sullimite, sull attraversamento. E una ripresa fissarealizzata di notte in mezzo al mare dalla poppa di unanave. Il video termina quando la nave inizia ad entrarenelle acque portuali, mentre, contemporaneamente, sipercepisce la luce del giorno che sta per sorgere.
G.C.
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giulia ricci
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Untitled, 2010. Pennarello a punta fine su carta, cm 25x20
g
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il prufesur
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Attenti a Cattedra, 2010
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italo zuffi
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A Master's span (Carl Andre Cadere), 2007. Ceramica, vernicespray, laccetto, cm 60 x 11 x 11 circa
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iri kovanda
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Untitled, 2010. Rosa, vaso, miele
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luca scarabelli Mi sento solo.Anchio.
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Mi sento solo, 2010.Matita su parete (recapito a cura di GiancarloNorese, maestro calligrafo Elisa Vladilo)
Solo. Ma non nel senso di stare da solo. Solo tra gli altri, nelsenso del ripiegamento, del non vedere se stesso nellosguardo di un altro, nel non vedere una complicit nel suovolto.Cattiva infinit.
Questa breve frase, scritta con un incarico ad altri, unastoria di solitudine, raccontata dal di fuori. Quasi che,entrando nelle lettere di quella solitudine, lIo diventa un altro.Si sente solo.Chiunque parla sempre un io.
Se chi legge sentisse la solitudine delluomo/autore e delladonna/calligrafa facendola propria.Ma quando la solitudine condivisa da qualcun altro, non pisolitudine, ma una specie di compagnia.Vuole far apparire una presenza e creare uno spazio di visibilit.Dunque, la frase dice, si pu essere soli e non essere soli nellostesso momento.E il fardello di Rimbaud.Debord (1988): La conversazione quasi morta e presto losaranno molti di quelli che sapevano parlare. Comunichiamosuperficialmente, non riusciamo pi a raccontarci con il cuore,lo stomaco, il cervello. E ci sentiamo soli.Non possiamo non comunicare.Canzone per accompagnare Mi sento solo, interpretata da
Adam Richman. Durata del brano: quattro minuti. Fa cos: Idont want to be the only | One whos feeling lonely | Standingfaceless in a crowd | Anonymous, I cant be proud of | Fallinginto solitudeE inutile suonare qui non vi aprir nessuno | il mondo labbiamchiuso fuori con il suo casino | una bugia coi tuoi | il frigo pieno epoi | un calcio alla tiv | solo io, solo tu. Adriano Celentano
Cecilia GuidaLuca Scarabelli
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lucia leuci
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L'eclisse, 2010. Ottone, rame, filo da ricamo, cm 9,5x1x1
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La dimensionalit il vero lavoro dell'artista. Lagestione delle proporzioni e dei ritmi la vera arteche si chiamati ad avere nell'allestimento di unamostra o nella costruzione spaziale di un oggetto.Ogni ricerca - sosteneva Nicola Cusano - non pu cheessere comparativa: tutti ricercano una veritmettendo in relazione l'incerto con il certo,
auspicando un equilibrio fra le cose, un fuoco a cuiorientarsi ed, idealmente, la solidit di un centro.L'Eclissi una forma orbitante che noi, per puraconvenzione, immaginiamo orizzontale rispetto lanostra prospettiva. Leuci, ribaltando questa matrice, lapropone verticale, disorienta le nostre cognizioni e,servendosi della forza di gravit, fa pendere i due corpicelesti verso il basso. Il gioco di ellissi e circonferenzeviene cos appiattito, riportato alla bi-dimensionalitdel puramente verticale. Lo spazio distrutto nellessico di due soli volumi ed il centro, presente solocome equilibrio, dimostrazione tangibile dell'infinitacontrapposizione di masse a cui il tutto sottende.
Luca Francesconi
luigi negro
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Le bagnanti, 2010. Foto in busta del 1987
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luigi presicce
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San Giuseppe da Copertino, 2010
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mala.arti visive
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Ritrarsi 3D.2010
Guardando il dente d'oro di mio padre ho sempre
pensato che un giorno anch'io ne avrei avuto unodentro il mio sorriso. Poi quando ne hoavuto occasione ho subito optato per un dente inporcellana ben mimetizzato con gli altri: che vigliacco!
Resistiamo a denti stretti, li consumiamo come glieschimesi dei vecchi documentari per ammorbidire
pelli e mangiare carne secca e come loro consumatisiamo senza speranza.
Eterni giovani coi denti consumati siamo qui ad offrireun ex-voto portato su noi stessi a ringraziare che,dopo tutto, abbiamo ancora i denti.
Per costruire una identit basta poco: un segno, uninno, una parrucca oppure una bandiera. Questa voltai Mala. si ritraggono scegliendo un dente d'oro.
Mala. Arti VisiveDal 1988 iconoclasti per passione.
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marcella vanzoChre Marcella,
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Isole, 2010. Foto vintage, dimensioni variabili
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Chre Marcella,My first encounter with your work was in 2006 when I hadthe fortune to see Limbo at Studio Guenzani in Milan. []
For Limbo, anthropology became the entry point for theanalysis of the your family bonds; with a similar strategy youdecided to use three historical performances Semiotics ofthe Kitchen (1975) by Martha Rosler, the Manifesto forMaintenance Art by Mierle Laderman Ukeles (1969) and LaRoquette, Prison des Femmes, a project conceived by NilYalter, Judy Blum and Nicole Croiset (1974) to speak about
domestic places but most important to un-directly analyzeyour position, being a woman and a female artist.Our second project has only just begun. For the inauguralshow of my new space in via Larga in Milan I invited all theartists Ive been working with, you among them. For thisshow, you presented Isole, a bi-dimensional work consistingof archive photographs connected together by threads of
various colors. Somewhere between Aby M. WarburgsMnemosyne-Atlas and a family album, Isole confirms yourinterest in the aforementioned issue.According to you, Isole suggests a genealogic tree, a mapwhere I choose specific points through which I surgicallyconnect one person with the other. Randomly mixing historyand geography I create a magic narration.
It is fundamental to understand this trajectory within yourwork. Mainly known in the art landscape for your videosinstallations you have always had an interest in domesticityand craft, which is the territory where our agendas crossedeach other.As I said Isole has only just begun and I look forward to seeingthis project growing up.
BienttLucie
marco rambaldi
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Threshold - 1, 2008.Stampa a getto dinchiostro, cornice,cm 40x18
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marco samor
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Storia di colui che and nel bosco in cerca della paura (i nani), 2003
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maria lucrezia schiavarelli
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Evoluzione convergente #4, 2009. Matita su carta, cm 35x25
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maurizio mercuri
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Bendata, 2010. Performance
Un volontario bendato, cammina nello spazio espositivotastando pareti e persone, come un sonnambulo.(work in progress)
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mauro maffezzoni
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Fillet Bourgeoise
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Il percorso artistico di Mauro Maffezzoni inizia negli anni
90, il mezzo: la pittura, lo scopo: catalogare tutto il mondo.21 erano le categorie, ogni cosa dipinta con uno stilesintetico ad acrilico su tela, veniva numerata e assegnata allacategoria dappartenenza. La pittura diventava un metodo diconoscenza. Nel 1999, catalogando una cosa al giorno pertutto lanno, Maffezzoni usa la pratica pittorica come unamisurazione del tempo, i 365 dipinti catalogati sia per
categoria che per giorno dal 1gennaio al 31 dicambre 1999,testimoniano lesperienza vissuta da un normale individuonellultimo anno del secondo millennio. Nel 2000Maffezzoni decide di fare il pittore di genere dipingendo deiveri e propri quadri mantenendo un segno veloce e leggeroalla De Pisis. Alle categorie si sostituiscono i generi, Il suoscopo quello di sperimentare la pittura in tutte le suepossibilit, di invadere ogni campo: dal grottesco al grafico,dallarte antica a quella contemporanea. Ben presto i genericlassici iniziano a stare stretti alla sua attivit bulimica enascono nuovi temi, mondi tratti da altri artisti o che siinventa di sana pianta. Come se fosse dotato diteletrasporto Maffezzoni si sposta da un mondo allaltro, daun tema allaltro contaminando, distruggendo reinventandoil tutto con la stessa leggerezza con cui oggi si naviga ininternet. Da qualche tempo si dedica anche alla ceramica edentra nel mondo della scultura stravolgendone il significato,nel caso della mostra a Casabianca ha portato un lavoroispirato ad una scultura della Bourgeoise, il famoso fallointitolato fillet. Il fillet della Bougeoise diventatounorgano sessuale femminile alludendo anche allopera diCourbet Lorigine del mondo. Titolo dellopera filletBourgeoise. Han Yi
mauro vignando
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Senza titolo, 2010. Bronzo, cm 2x19,6x19,6
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mili romano
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Esercizio di sottrazione numero uno, 2009 Stampa digitalemontata su alluminio
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cuoghi corsello
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Indianina Vola, 2010. Fotografia su ceramica, cm 29x40
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morena pedrini
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Sopra le nuvole, 2008.Matita su carta industriale operata,gesso a oro, bolo nero, legno, cm 40,5x30
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ottonella mocellin / nicola pellegrini
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When we let all this contradicotory voices play together, we dare toenter the core of our fear,2008.Stampa fine art su carta di cotone, cm 23x23
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paola de pietri
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Senza titolo, 1993
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petar stanovic
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Piramide, 2010.legno tamburato, vernice
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petripaselli
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Rete con giardino, dal progetto Simbionte, 2009. Materialivari, 60x60x40
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pier paolo coro / rita canarezza
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Salon devolution
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Salon devolution
Per prima cosa Amaterasu si acconcia come unmaschio audace, si sciolse i lunghi capelli e li annod inaugusti nodi () dappertutto si mise delle gemmetrapassate da bei fili.Un extention di human hair. Sono il mito dellacreazione primitiva, il tocco esperto che avvolge, siprende cura di noi, e il potere di un lontano
talismano. Salon devolution si propone come un pianotriangolare nobile e specchiante, su cui riflette lospazio circostante e la nostra immagine una forma diconoscenza, come quando a fine taglio si guarda lanuova acconciatura
Rita Canarezza & Pier Paolo Coro
rebecca agnes Carcassonne un gioco di gruppo. I partecipanti devono creare unpaesaggio ispirato alla cittadina medievale francesce da cui prende ilnome. Ogni volta che si gioca, il paesaggio sar diverso a seconda dicome saranno accostate le tessere che lo compongono Rebecca
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Una partita con: alessandra mattiazzi, anita+ede, studio:akrilico, sylvia k. e zero
come saranno accostate le tessere che lo compongono. Rebecca
Agnes ha inventato il suo personale Carcassone, condividendolo conalcuni compagni di gioco a cui ha affidato il compito di ridisegnare letessere a piacimento: strade, campi, mura, case. Giocando aCarcassone, si costruisce una citt fantastica, un paesaggio modulatoattraverso il rapporto tra caso e strategia. Imprevedibile la suaforma. Carcassone, per lartista, un pretesto, un dispositivo, unmeccanismo, per fare fluire attraverso il disegno una geografia
immaginaria che sia lo specchio di una relazione e di un incontro. Trautopia, ricordo, desiderio e citazione, linvenzione di luoghi, mappe ecitt, il filo conduttore della sua ricerca. Paesaggi animati, invasi dauna miriade di piccoli segni brulicanti, colorati o in bianco e nero,minuti e minuziosi, che sembrano germogliare come esseri naturalidalle forme imprevedibili, essi nascono spesso grazie allintervento dipersone a cui lartista chiede di collaborare. Come in Una partita con.
La citt muta a seconda di chi la costruisce. Alla mappa si aggiungonopercorsi inaspettati, ma c un aspetto distintivo nel lavoro diRebecca Agnes: il disegno. Lartista lo privilegia. A volte confluisce nelricamo o nellanimazione video. Le mappe sono degli ecosistemi in cuiogni segno soprendentemente collegato agli altri, anche quando letracce sono di diverse mani, come in Una partita con, giocata pivolte e ogni volta reinventata. Il disegno il mezzo pi immediato per
la mano, pi diretto, fluido, libero, senza filtri, se si chiama dentrolopera la mano e il pensiero altrui, ma da anche forza a un apettopeculiare del lavoro di Rebecca Agenes, la dimensione favolistica checonnota le sue geografie, proiezione di sogni e desideri, mondifantastici che sembrano in perenne mutamento.
Alessandra Pioselli
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rita correddu Una vecchia cartolina e una piccola campana poste inbasculante sospensione l'una accanto all'altra,Unmonumental, il lavoro presentato da Rita Correddu, lacostruzione sapiente di un dialogo tra due unit discrete, ilcui rapporto confidenziale dato da un sottile gioco
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Unmonumental, 2010.Installazione: cartolina, campana
cui rapporto confidenziale dato da un sottile gioco
consonante di equilibri verticali e morbidi volumi, dieffetticromatici e sottese alchimie.La prima, un'immagine in bilico tra finzione e realt, ritrae lafigura impettita di un uomo, i cui tratti espressivi, la posturascultorea, il braccio drasticamente teso a 45 gradi emblematico di una gestualit ideologicamente connotata ,e il piglio narcisista dell'azione, sembrano incarnare una
mimica comportamentale archetipica di certe esperienzeartistiche degli anni '60 - '70. La didascalia sovrapposta allacartolina -Monumento di Stagno - da un lato avalla l'identitstatuaria della rappresentazione, e dall'altro preservaidealmente la mossa di un attimo fugace. Lo stagno, infatti, noto per la sua resistenza alla corrosione causata da agentidel tempo; inoltre comunemente impiegato come protesi
di rivestimento di altri metalli, tra cui quelli adoperati per larealizzazione delle campane. Ecco che la componentechimica, filo conduttore della narrazione del lavoro,introduce il secondo elemento della composizione: unacampanella, suono di terra e di vita, graffiata delicatamentedalla parola Momento.In tal senso, le assonanze verbali, l'iscrizione cromata, la
cartolina, il tintinnante strumento di scansione del tempo el'incisione, evocano preziose suggestioni di luoghi e stagioniremote; e concorrono insieme a sollecitare la cultura dellamemoria, il ricordo di passaggi transitori e micro azioni,non monumentali.
Alice Militello
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roberta piccioni / marco fantini
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Germoglio per Casabianca, 2010
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rocco osgnach
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Untitled(tre quadrati di Alighiero e Boetti squadrati eriquadrati), stampa ink-jet su tela 32 x 32, 2009
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sabrina mezzaquiIl libro composto da 60 immagini: foto di uccelli in
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Segni, 2005-2009. Libro con copertina ricamata a mano, aperto
su leggio in plexiglas, cm 21,5x31 circa. (Edizione di 12)
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Il libro composto da 60 immagini: foto di uccelli in
volo scattate tra il 2005 e il 2009, a cui stato tolto ilcolore del cielo, sostituito dalla carta della pagina.
Ogni copertina, di stoffa ricamata a mano, diversa,unica.
sabrina muzi
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Struttura-albero, 2010. Rami, nastro adesivo.
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sabrina torelli
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lgamilegmi, 2010.Disegno a pennarello su pelle, piccolesculture lignee
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sandrine nicoletta
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L'evento che sta per accadere sar una sorpresa in ogni caso,(part.) 26 settembre 2010.Carte napoletane plastificate
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serena porrati
Inespressa la terra. Lurbano contemporaneo di
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Inexpressible Island, 2010.Video durata 10
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strade, di cieli di aerei lenti che ci passano sopra.Serena Porrati con un video fa trambusto in bianco enero. Inexpressible Island, documento in Super8 diun viaggio da Milano a Silver City (New Mexico). Uncinema privato, dell intimo sguardo. Di rumore eimmagine veloce che trema come la California negliocchi di un cane. Ritratto ai margini di un paese che sia
poi casa. Paesaggi umani e geografici prossimiallanimale naturale, nei luoghi, negli oggetti, nei campisciami.
Francesca Tollardo Noia
sergia avveduti
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Gran volume, 2010.
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silke de vivo
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Senza titolo, 2006.Inchiostro su carta, cm 10x8 8x10 circa
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simone cesarini
Si tratta di uno specchio che circonda unassenza; la
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Mirror, 2008.Incisione su specchio cm76
(Specchio con cranio ottenuto per incisione e rimozione dellaellicola s ecchiante
rimozione della superficie specchiante fa emergereunisola che si pone come luogo dapprodo, di arrivo onaufragio e che, rivelando la sua natura antropomorfa,produce tre momenti: la realt fisica riflessa sullospecchio, la realt possibile oltre la superficie e ci cheresta sul vetro, lombra dellosservatore.La circolarit riflettente dello specchio allude alla
mondanit e alla ritrattistica classica delle monete; ilteschio vieta, per la sua natura simbolica, unacollocazione spazio-temporale.Se leffige della morte suggerisce oscurit, il fatto che ilteschio sia ottenuto per sottrazione producetrasparenza e rivela una riflessione che va oltre laforma.
Il passaggio dunque schermato ma non vietato, lavista e la luce lo attraversano, lo spettatore non siriflette ma va oltre.Come in un movimento armonico, suggerito dallacircolarit dello specchio, necessario tornare sullasuperficie delloggetto dove, larchitettura umanaridotta allosso rivela unentit spettrale che ci osserva
nel nostro atto voieristico e ci obbliga ad un cambio disituazione: la posizione di spionaggio domestico, daforo di serratura, sostituita da quella di un uomoeretto che scruta con lintero volto, impegnato in unatto di confronto misto a curiosit ed inquietudineperch la forma del passaggio rivela lineluttabileMassimo Margotti
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sissi
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Borsa nido, 2003
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stefania galegati shines
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Lora del sud, video durata 20 min
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zimmerfrei
Panorama_Harburg un film sperimentale in tre episodi(Outstation/Base Campsite/Accampamento
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Panorama Harburg, 2009.Video durata 30 min
Pasture/Pascolo) che immagina e ritrae le trasformazionidi un ambiente urbano della periferia portuale diAmburgo: il distretto di Harburg.Seguendo le tracce di unipotetica transumanza il gruppoZimmerFrei immagina la citt ricoperta derba ecalpestata da greggi di pecore, come se la tecnica diripresa potesse vedere oltre il presente e visualizzare un
lontanissimo passato o il futuro anteriore. Panorama undispositivo che apre una fenditura nella percezione deltempo ed stato applicato nel corso di sei anni a variecitt dEuropa: Roma, Bologna, Venezia, Atene ed oraAmburgo. Maschen, il pi importante snodo europeo perle merci su rotaie, visto di notte, quando i treni simuovono da soli come fantasmi e le presenze umane
sono uneccezione. Il porto osservato da campeggiatorioccasionali, testimoni di unera al tramonto, una delletante Qualcosa sta per finire e qualcosa daltro sta percominciare, difficile dire se il processo sia buono ocattivo. Gli occhi rimangono comunque spalancati su unavisione che gira imperterrita a 360 gradi e comprime iltempo. Il terzo capitolo filmato nella piazza
commerciale di Harburg, un luogo di transito dove gliumani attraversano continuamente lo spazio, mossi dadesideri e bisogni misteriosi. Vista con locchio dellatelecamera la piazza diventa un set cinematografico perstorie possibili, azioni imprevedibili, micro eventi casuali,inizi di narrazioni. I cittadini di Harburg diventanoprotagonisti di una rivoluzione spaziale che celebra la
densit della vita di tutti i giorni.8
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